Foligno, la città dei falchetti diventa meta di grifoni, aironi e gabbiani. A Colfiorito le nutrie scelgono le ninfee

Foligno, la città dei falchetti diventa meta di grifoni, aironi e gabbiani. A Colfiorito le nutrie scelgono le ninfee
di Giovanni Camirri
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Venerdì 5 Giugno 2020, 10:56 - Ultimo aggiornamento: 11:19
FOLIGNO - Migrazioni, sorprese, presenze inconsuete. A Foligno spuntano aironi rossi, aironi cinerini, grifoni, gabbiani e a Colfiorito le nutrie mangiano nifee.La natura ci ha abituato a tutto e per capire cosa sta accadendo interviene Alfiero Pepponi presidente di Lipu (Lega Italiana Protezione Ucelli) Umbria. “La migrazione degli uccelli – dice Pepponi a Il Messaggero - è uno dei fenomeni ecologici più affascinanti presenti sul nostro pianeta. Non rappresenta un’eccezione nel mondo animale. Migrano i grandi mammiferi marini, i pesci, gli uccelli, i grandi erbivori e persino gli invertebrati. Migrano anche gli esseri umani. Tuttavia, il fenomeno degli uccelli è, certi versi, il più spettacolare di tutti. Essa si è evoluta in molteplici occasioni, come l’adattamento alle stagioni e il mutare dell’idoneità dell’habitat e della disponibilità di cibo durante il corso dell’anno. In questi ultimi anni, un ulteriore fenomeno mette a rischio la sopravvivenza di queste specie: il cambiamento climatico. Le specie hanno evoluto per millenni il loro comportamento migratorio su condizioni in lento mutamento”.
IL CAMBIAMENTO
“Oggi – ribadisce il presidente Lipu - il repentino cambiamento delle condizioni ambientali, che tutti noi stiamo sperimentando, coglie le specie impreparate ad affrontare le primavere anticipate o i fenomeni metereologici estremi. Il calo degli uccelli migratori deve essere un campanello d’allarme anche per l’uomo. Alzando gli occhi al cielo si potrebbe incrociare con lo sguardo il volo di uccelli che non ti aspetti nel nostro ambiente del Folignate – ricorda - come ad esempio i gabbiani reali (Larus michahellis), principalmente esemplari giovani e subadulti, sopra ed a terra per alimentarsi tra i capannoni della zona artigianale della Paciana e nelle campagne del folignate od addirittura dei grifoni (Gyps fulvus) che volano nei cieli degli altipiani Plestini o delle Brunette. Abbassare poi lo sguardo sulla palude di Colfiorito ci potrà dare grande soddisfazione per l’Airone rosso (Ardea purpurea) tornato per nidificare dai siti di svernamento africani”.
IL PARTICOLARE
“L’airone rosso – ricorda Pepponi -si distingue dagli altri ardeidi anzitutto per il piumaggio. Importante ed elegante è il ciuffo di piume che scende dal becco fino al collo, con una varietà cromatica notevole che va dal bruno al rossiccio, con la parte centrale nerastra, come il capo e la parte superiore del becco. Bruno-nere appaiono invece le parti inferiori, mentre altre importanti penne dorate emergono dal dorso. Altra sorpresa, e questa volta pur essendo una specie alloctona non possiamo inserirla tra i migratori, è una brutta osservazione che abbiamo fatto sempre alla palude di Colfiorito: la presenza, oramai consolidata, della Nutria (Myocastor coypus) sorpresa mentre si alimentava, con gusto, dei fiori della Nymphaea alba. Le nutrie amano gli acquitrini, dove sulle sponde, in mezzo alla vegetazione, costruiscono le loro tane; scavano sistemi di cunicoli che variano da semplici tunnel a complessi di camere e passaggi che si estendono per oltre 15 metri, capirete quale potrebbe essere l’impatto – conclude Pepponi - in un ambiente così fragile ed in equilibrio precario come Colfiorito”.
 
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