FOLIGNO - Passione, sacrificio e voglia competizione guardando ad un risultato che è sempre imponderabile. È il succo che riassume lo spirito che sta animano “I Tre Tenori”, e cioè i favoriti per la Giostra di Domenica e cioè Lorenzo Melosso del rione Badia, Luca Innocenzi del Cassero e Massimo Gubbini del Giotti. E come si stanno preparando ad affrontare La Rivincita sono loro stessi a raccontarlo a Il Messaggero.
RIONE BADIA
“Come mi sto preparando? Come sempre – esordisce Lorenzo Melosso – con il massimo dell’impegno. Mi sento sicuro e la voglia di doppietta, dopo la vittoria di giugno, c’è. Va da se che l’impegno a fare bene è primario e quindi daremo il massimo”. Melosso è il primo cavaliere di Ascoli Piceno ad aver vinto la Giostra della Quintana di Foligno. “È stata una grande emozione – prosegue – che ha ripagato un lavoro di preparazione ed una simbiosi col rione Badia davvero bella. E poi con me c’era anche un altro ascolano, Emanuele Capriotti che la Quintana di Foligno la conosce bene anche per averla corsa. Cosa direi ad un giovane che volesse avvicinarsi, al di la del ruolo che andrà ad incarnare, alla Giostra di Foligno? Che sicuramente – conclude – ci vuole passione e bisogna fare sacrifici”.
RIONE CASSERO
“Siamo pronti”. Come sempre diretto è Luca Innocenzi che fa il punto in vista della gara. “Abbiamo voglia – sottolinea – di fare bene e di fare meglio di giugno. Quale è la strategia su cui sto lavorando? Nessuna.
RIONE GIOTTI
“Cosa accadrà domenica? Impossibile dirlo”. Parte così Massimo Gubbini che poi aggiunge: “Sul risultato finale un ruolo l’avrà l’ordine di partenza. Dico questo perché se si considera la sessione di prove ufficiali è chiaro a tutti che i tempi registrati dai vari binomi sono molto simili tra di loro e i centesimi potrebbero, quindi fare la differenza. Siamo pronti a fare bene, ben coscienti che c’è sempre da fare i conti con la sorte. Poi tutto è in mano al binomio e per questo si deve fare tutto al meglio delle proprie possibilità, lavorando su una giusta preparazione che deve essere espressione del rispetto del cavallo e delle sue migliori condizioni. Il bello è anche questo. Poi ci sono gli elementi di cui si deve tener conto: pista, condizioni climatiche e come accaduto a giugno – conclude - anche del ruolo del vento”.