Foligno airone cenerino catturato da un laccio dei bracconieri sul fiume Topino. L'ira della Lipu

L'airone cenerino in volo sul fiume Topino a Foligno
di Giovanni Camirri
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Domenica 4 Agosto 2019, 14:01
FOLIGNO - L’ambiente naturale è pieno di trappole. Soprattutto, poi, se quelle trappole le mette l’uomo. Accade a Foligno lungo il tratto urbano del fiume topino nel tratto che lambisce le antiche mura urbiche. Vittima di improvvisati cacciatori urbani, per non dire i novelli bracconieri, è airone cenerino, splendido esemplare che insieme ad altri piumati vive il fiume offrendo il grande spettacolo della Natura a quanti scelgono il corso d’acqua cittadino per passeggiare o correre lungo le sue rive o si affacciano dai ponti o dalle stesse mura anche per scattare una foto. E tra queste persone ci sono tanto i cittadini quanto i turisti, in numero positivamente crescente, che scelgono a città per conoscerla godendo di periodi più o meno lunghi di permanenza. L’esemplare di airone cenerino è rimasto vittima di un cosiddetto laccio, una vera e propria trappola utilizzata nella caccia di frodo, che qualcuno, ovviamente malintenzionato, ha piazzato a ridosso della a riva forse per tentare di catturare qualche germano o altro esemplare che popola il fiume. Una situazione complicata, e quasi estrema, quella che ha vissuto l’airone al punto che per liberarsi ha dovuto procurarsi mutilazioni ad una zampa. A scoprire l’accaduto, e a spiegarlo a Il messaggero per dar vita ad un’azione di sensibilizzazione massiccia verso cittadini e turisti, è Alfiero Pepponi presidente di Lipu (Lega Italiana Protezione Uccelli) Umbria da sempre in prima linea con battaglie e progetti mirati a sensibilizzare e informare l’opinione pubblica sull’importanza della protezione degli habitat e la conservazione delle specie. Un impegno che viene da lontano e che ha portatolo stesso Pepponi ad individuare, nei mesi scorsi, una coppia di falchi pellegrini che ha scelto la lanterna della cupola della cattedrale di San Feliciano a Foligno, come nuova casa. «Non è passato inosservato - dice pepponi a Il Messaggero - l’airone cenerino, uno degli ormai assidui frequentatori del fiume Topino nel tratto a ridosso delle mura urbiche, con qualcosa di strano alla zampa; dapprima sembrava una preda particolare (un serpente non meglio identificato) invece si è rivelato essere un laccio che aveva intrappolato una delle zampe dell’ardeide. Mentre mi chiedevo come fare per liberarlo, nei giorni successivi il nostro amico alato - prosegue - lo ha fatto da solo con le conseguenze più traumatiche e dolorose strappandosi via tre dita della zampa sinistra e l’unghia del dito superstite. Il trauma sembrerebbe non aver prodotto ulteriori danni ed il nostro airone per ora seguita la sua normale vita in ambito cittadino lasciandosi osservare da chi è gratificato dalla sua presenza e subendo anche le assurde ed immotivate azioni di qualcun altro (lanci di sassi, grida ed altro possibile disturbo). Mi chiedo chi possa aver messo il laccio e per quale motivo forse il nostro improvvisato “cacciatore urbano” voleva cenare con uno dei germani reali che frequentano il nostro fiume? Come dico sempre è solo e sempre di più - conclude - una mancanza di cultura». La grave vicenda del laccio che ha imprigionato l’airone cenerino pone una necessità impellente: controlli a tappeto lungo l’asse del fiume topino per scoprire se di quelle trappole ce ne sono altre. L’amara scoperta fatta da Pepponi, quindi, apre un fronte che, a memoria, non pare sia stato mai affrontato come necessità: un’azione di monitoraggio a tappeto. Un’azione da effettuare con il coinvolgimento di “specializzati” come lo stesso Pepponi e di cittadini, soprattutto le giovani generazioni, che attraverso un tranquilla e piacevolissima passeggiata, potranno conoscere di più e meglio un insieme di habitat e microecosistenmi. e soprattutto può contribuire, amplificando così anche il senso civico personale, alla tutela del fiume che è uno dei tasselli, anche identitari, che compongono il mosaico che realizza l’immagine della città. La speranza è che queste verifiche, un vero e proprio intervento a setacio, possano esser svolte quanto prima e che avvengano almeno in questa fase estiva che consente a molti di impiegare tempo libero in favore della collettività. 
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