Terni, cresce il focolaio di via del Leone: preoccupazione in centro

Terni, cresce il focolaio di via del Leone: preoccupazione in centro
di Corso Viola di Campalto
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Sabato 22 Agosto 2020, 08:38 - Ultimo aggiornamento: 23 Agosto, 10:01

TERNI Le forze dell'ordine continuano a presidiare i tre appartamenti in via del Leone gestiti dall'associazione San Martino, dove vivono 17 richiedenti asilo, 12 dei quali risultati positivi al Coronavirus, dopo che un operatore nigeriano di 32 anni è stato contagiato dal virus. Il prefetto ha chiesto che il palazzo venga tenuto sotto stretta sorveglianza 24 ore su 24 per evitare che qualcuno possa decidere di allontanarsi dal palazzo, così si alternano pattuglie dei carabinieri, polizia, guardia di finanza e vigili urbani.
Tensione tra gli ospiti che hanno compreso di dover rimanere rinchiusi nei loro appartamenti fino a quando non risulteranno di nuovo negativi. Il caldo opprimente e loro cercano un po' di fresco nei piccoli terrazzi e chiedono di poter andare via. Non è facile invece il lavoro dell'Asl che deve rintracciare e mettere in isolamento fiduciario tutti i contatti stretti dei richiedenti infetti. Contatti con connazionali richiedenti asilo di diversi Paesi africano che vivono in altre strutture, ma su questi gli stessi ospiti di via del Leone sono stati abbastanza reticenti. Il rischio è che il focolaio si allarghi in altre strutture dove vivono altri rifugiati politici. ospiro di sollievo nella struttura semi residenziale per pazienti psichiatrici a Vascigliano di Stroncone dove l'operatore risultato positivo ha prestato servizio. Per questo l'Asl aeva messo in isolamento e effettuato i tamponi a 19 persone tra pazienti e operatori del centro. I risultati per ora sono tutti negativi.

La curva del contagio. Continua a salire la curva del contagio a Terni che arriva a toccare le 37 persone positive, quattro delle quali ricoverate al Santa Maria, mentre è tornato a pazienti zero il reparto di Terapia intensiva, visto che la donna di 77 anni è migliorata e si trova ora nel reparto di Malattie infettive. Son due le famiglie contagiate di albanesi durante il soggirno nel Paese di origine, ma con il tampone che è stato effettuato solo al ritorno in Italia. Coinvolte due bandati cinquantenni, i loro mariti e tre dei loro figli.
Per quanto riguarda i tamponi obbligatori a chi rientra dai quattro paesi considerati al momento a rischio (Grecia, Malta, Spagna e Croazia), la Regione ha attivato una postazione in pit stop, dove sarà possibile fare il test senza scendere dall'auto, così da accelerare le operazioni. I drive trough che si trovano davanti alla sede dell'Usl in via Bramante saranno aperti venerdì fino alle 20, sabato fino alle 22 e domenica dalle 8 alle 20. «Il tampone spiega l'assessore Luca Coletto può essere eseguito al momento dell'arrivo in aeroporto, porto o luogo di confine, dove possibile, ovvero entro 48 ore dall'ingresso nel territorio nazionale. Dal momento del rientro fino all'esito negativo del tampone, le persone sono sottoposte all'isolamento fiduciario presso la propria abitazione o dimora». Per chi non si sottopone al test, le multe vanno da 400 a 3 mila euro.

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