#RisorgiamoItalia, anche il Ternano aderisce alla manifestazione

#RisorgiamoItalia, anche il Ternano aderisce alla manifestazione
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Martedì 28 Aprile 2020, 22:55 - Ultimo aggiornamento: 23:01

Anche decine di locali di Terni e della provincia  hanno aderito alla manifestazione #"Risorgiamo Italia", con la quale i proprietari di bar, hotel, ristoranti, gelaterie, pizzerie vogliono far sentire la propria voce. Lo fanno in maniera singolare, in silenzio, aprendo i propri locali - solo ai proprietari - e imbandendo un'unica tavola. le luci di molti locali dunque torneranno ad accendersi ma solo per protesta, perchè questi giorni di chiusura forzata stanno mettendo in ginocchio un settore e le modalità di riapertura non permetteranno, secondo i gestori, nemmeno la sopravvivenza. «Decine di operatori e imprenditori stanno lanciando un accorato grido d'aiuto al Paese e alle sue istituzioni. I nostri investimenti sono tutti nelle chiavi di un sogno che abbiamo costruito lentamente, con rischio e spirito di sacrificio», dicono.
#Risorgiamoitalia è stato dunque  flash mob organizzato  per richiamare l'attenzione sul fatto «che le probabili misure da prendere per l'eventuale riapertura di ristoranti, bar, pizzerie, pasticcerie, discoteche e lidi balneari sono insostenibili per la gestione ordinaria di un locale e insopportabili economicamente». La manifestazione è organizzata dal mondo Horeca e dei Locali di Pubblico Spettacolo unito unito per la prima volta nella federazione nazionale di imprenditori della ristorazione Mio, Movimento imprese ospitalità, con circa 75 mila imprese. Sebbene sia forte la voglia di tornare al proprio lavoro, secondo le sigle, oggi non ci sono i presupposti economici per poterlo fare. «Ci stanno chiedendo di aprire con gli stessi costi, se non più di prima dell'emergenza epidemiologica, con una previsione di incassi nella migliore delle ipotesi pari al 30% sull'anno precedente», denunciano le associazioni, «in un locale si va per vivere anche un'esperienza di convivialità che, con le misure previste dal governo, andranno perse del tutto». Un mondo che non cerca assistenzialismo, precisa, quanto piuttosto che le misure previste per l'eventuale riapertura di maggio siamo collegate a tutele economiche come cassa integrazione fino a dicembre 2020 e moratoria su affitti e utenze. «Altrimenti», concludono gli imprenditori, «ci costringeranno a licenziare se non a chiudere del tutto, le nostre attività».

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