Assegno unico, cosa devono fare 30mila umbri

Assegno unico, cosa devono fare 30mila umbri
di Fabio Nucci
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Giovedì 26 Maggio 2022, 07:30

PERUGIA Il nuovo assegno unico e universale non prevede più alcun automatismo e senza fare domanda, in molti anche in Umbria rischiano di perdere il beneficio o quanto meno gli arretrati. C’è anche chi non ha ancora avviato l’istruttoria, perché diffidente verso la certificazione Isee mentre sarebbero centinaia le domande “congelate” nelle sedi provinciali Inps i cui richiedenti non hanno ancora ricevuto un euro di beneficio. «Siamo in apprensione – spiega Marcello Barni, responsabile Inas Cisl dell’Umbria – perché vorremmo che entro il 30 giugno tali pratiche fossero definite».
La fine del prossimo mese, infatti, è la dead line da rispettare per non perdere gli arretrati che spetterebbero dal primo marzo. «L’assegno unico e universale (Auu) per figli a carico non viene più liquidato in automatico, fatta eccezione per alcune situazioni particolari, come i titolari di reddito di cittadinanza», ricorda Barni. Tutti gli altri potenziali beneficiari devono inoltrare la domanda. «Non c’è un termine assoluto, ma se la richiesta non viene presentata entro il 30 giugno, si perde il diritto agli arretrati decorrenti dal primo marzo, data di entrata in vigore dell’Auu. Chi lo farà dal primo luglio in poi, ad esempio, potrà usufruire del beneficio da agosto». Va ricordato inoltre che l’istruttoria può essere attivata anche senza estrarre l’Isee, l’indicatore economico equivalente. «L’iter prevede due fasi – aggiunge Barni – una riguarda l’acquisizione della certificazione Isee, propedeutica alla presentazione della domanda, che fanno i Caf; poi, c’è la fase di inoltro telematico della richiesta per la quale gli interessati possono appoggiarsi a un patronato. Va però precisato che la domanda va presentata anche senza Isee, nel qual caso viene pagato l’importo minimo, come se il contribuente appartenesse alla soglia Isee più alta». In molti però, pur di non comunicare i propri dati economici e finanziari, oltre a non chiedere la certificazione non stanno presentando neanche la domanda per l’Assegno, rischiando di perdere il beneficio.
In genere nella regione la risposta alla nuova normativa dell’assegno unico è stata tempestiva. «Abbiamo avuto da subito un boom di domande – spiega Barni – e i mesi più pesanti sono stati febbraio e marzo, ma già dalla seconda metà di aprile c’è stata una flessione. In tale percorso abbiamo ritrovato la platea cui eravamo abituati, lavoratori dipendenti già percettori del vecchio assegno per il nucleo familiare che sono dovuti passare alla disciplina dell’assegno unico». Nel 2020, per il vecchio istituto, solo tra i lavoratori dipendenti privati risultavano 36.408 beneficiari per un totale di 41,333 milioni di “assegni al nucleo familiare” erogati e 6,73 milioni di arretrati. Al 4 aprile scorso, a livello nazionale erano pervenute 4.238.009 domande per un totale di 6.866.511 figli a carico.
In questi mesi, non sono mancati intoppi e difficoltà specie di ordine operativo, legate a chiarimenti e circolari arrivati in ritardo rispetto all’entrata in vigore dell’istituto. «Le ultime precisazioni sono dell’11 maggio – aggiunge Marcello Barni - quindi alcuni dubbi sono stati chiariti in corso d’opera ma fino al 30 giugno c’è la possibilità di ripresentare la domanda, senza perdere diritti pregressi». Nelle ultime settimane sta invece emergendo una problematica legata a molte domande non ancora liquidate, il cui cammino sembra essersi “ingolfato”. «La procedura di elaborazione è centralizzata, ma tutto ciò che – non si sa bene per quale motivo – non è stato gestito a livello centrale, come patronato lo vediamo “in evidenza” nelle sedi provinciali». Pratiche in stand-by, con le stesse sedi territoriali che aspettano chiarimenti da Roma. «Siamo in apprensione perché vorremmo che entro il 30 giugno queste pratiche sospese venissero definite», aggiunge Barni. «Per alcune c’è stata un’integrazione di istruttoria e le abbiamo completate, per altre l’evidenza non è chiara, per questo nei giorni scorsi come Inas abbiamo risollecitato la cosa alla direzione provinciale Inps di Perugia, risultando parecchie posizioni in sospeso, per le quali le famiglie non hanno ancora ricevuto l’assegno unico».

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