Mafia dei colletti bianchi a Terni, dopo l'allarme del procuratore parla il comandante della Finanza: «Tante aziende in crisi, flussi sospetti di denaro»

Mafia dei colletti bianchi a Terni, dopo l'allarme del procuratore parla il comandante della Finanza: «Tante aziende in crisi, flussi sospetti di denaro»
di Nicoletta Gigli
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Domenica 23 Maggio 2021, 16:00 - Ultimo aggiornamento: 16:41

TERNI «Quello ternano è un tessuto economico sano che non va inquinato. La carenza di liquidità ha toccato notevolmente le imprese sul territorio ternano, che già in qualche modo erano in crisi. Una situazione aggravata dalla pandemia. Dove c’è carenza di liquidità le organizzazioni criminali economiche, anche di natura organizzata, possono approfittare di questo momento particolare. C’è forte attenzione ai fenomeni di infiltrazione, di usura o estorsioni e di acquisizione di aziende da parte di chi subentra nella gestione. Ecco perché la nostra attenzione, ora più che mai, è rivolta a quelli che sono i flussi finanziari». Il colonnello, Livio Petralia, comandante provinciale della guardia di finanza di Terni, non ha mai nascosto la sua preoccupazione per la fase tre. Gli investigatori, in un momento di grave crisi economica, puntano la lente d’ingrandimento su attività interessate a piantare le tende dove pensano ci sia terreno fertile. Quello tracciato dal procuratore, Alberto Liguori, durante l’audizione in commissione consiliare d’inchiesta antimafia, è un quadro che impone la guardia alta: «Le nuove mafie fanno le indagini di mercato e mettono le tende dove trovano terreno fertile - ha detto Liguori - come a Terni, rotta favorevole per il traffico di droga e investimenti criminali. Qui la mafia arriva grazie a investimenti su aziende con sede legale nelle metropoli e sede operativa in città». La sensazione è che gli investigatori siano al lavoro su indagini mirate a tutelare quel tessuto sano messo a rischio. «La guardia di finanza, insieme alla procura, sta portando avanti indagini che fanno emergere questa pericolosità attuale - dice il colonnello, Petralia. Il procuratore, Liguori, ha sottolineato la presenza di aziende il cui domicilio fiscale è altrove e questo rende più complicati i controlli fiscali e le verifiche». Oltre alla vicinanza alla capitale ci sono altri fenomeni che non aiutano. Qui c’è un carcere di massima sicurezza che ospita anche detenuti in regime di 41 bis che richiama alcune famiglie sul territorio. «Non parliamo di radicamento della criminalità organizzata a Terni - dice Livio Petralia. I dati statistici non parlano di radicamento, ma ci sono circostanze che inducono a ritenere che ci sia un’attenzione su un territorio in crisi, su alcune attività economiche a rischio usura o estorsione e sulla gestione del traffico di stupefacenti. Parliamo di scorrerie sul territorio che mostrano collegamenti con la criminalità anche di natura organizzata e questo emerge anche da alcune indagini». Il comandante della guardia di finanza ci tiene a sottolineare come «diverse, recenti indagini, siano state portate avanti dalla procura insieme a tutte le forze di polizia, che lavorano gomito a gomito, ognuna con la propria formazione specifica, in un clima di grande collaborazione».

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