TERNI - Fino a quando non abbiamo toccato il suolo italiano siamo stati in grande tensione. L’atterraggio a Fiumicino è stata una liberazione. Se torneremo in crociera? Non credo, anche se in realtà eravamo in vacanza nel posto più sicuro del mondo”.
Federico, Valentina, Simon e Giulia sono finalmente tornati a casa dopo una crociera che, a causa del covid, si è trasformata in un incubo. “Non vedevano l’ora di mandarci via - dice Federico - martedì sera ci hanno fatto uscire dalla nave e organizzato il volo per rientrare a Terni. Quella sera abbiamo scoperto che mia moglie non era mai stata registrata, che lì non esisteva ma per fortuna ci hanno fatto partire lo stesso”. Ieri il rientro a casa e l’abbraccio con i genitori, che hanno passato giorni di angoscia tentando di trovare soluzioni a un’odissea che sembrava non avere fine.
Dal 31 dicembre le due coppie ternane sono state bloccate a bordo del covid hotel “Queen Elizabeth 2”, a Dubai. Un’odissea iniziata quando, durante la crociera, Federico e sua moglie Valentina sono risultati positivi al covid.
“Il problema non è aver preso il virus - raccontano - quello che è scioccante è il trattamento avuto da chi ci ha sbattuto in un tugurio. Fermi nelle cabine al porto vedevamo che la notte sbarcava gente positiva e che la stessa nave la mattina seguente ripartiva come se niente fosse”.
A Terni per Simon e Giulia i problemi da gestire al lavoro per il mancato rinascimento della quarantena e per Federico, titolare di un’attività, i soldi persi per l’interruzione forzata.
“Finalmente sono potuti rientrare” dice l’avvocato Silvia Bartollini che nelle prossime ore incontrerà le due coppie ternane per avviare la denuncia. Il legale ternano si sta occupando anche di una quarantina di persone che vengono da ogni parte d’Italia e che hanno vissuto la stessa vacanza da incubo. “Valuteremo come tutelare al meglio le posizioni di ognuno - dice - se le problematiche dovessero essere molto diverse tra loro faremo un’azione per gruppo o per soggetto. Vedremo caso per caso. La certezza è che noi abbiamo già contattato l’assicurazione e i gestori della crociera ma non abbiamo avuto alcun tipo di riscontro. Le problematiche hanno riguardato tantissime persone e non scompaiono. I miei clienti, e ovviamente le loro famiglie, hanno vissuto un’esperienza traumatizzante che ha lasciato un forte stato di ansia, angoscia, incubi notturni. Chiederemo cifre importanti per un danno significativo - dice - questi ragazzi dovranno superare forti traumi e sarà necessario un supporto psicologico adeguato”.