Secondo la ricostruzione dei fatti basata sulle indagini di allora – sul caso fu aperto un fascicolo per lesioni colpose personali dalla Procura della Repubblica di Terni, a firma del sostituto procuratore Raffaele Pesiri – al termine della cerimonia conclusiva del quinto corso straordinario di specializzazione “Antiterrorismo e Pronto Impiego”, il giovane sarebbe stato colpito alla testa da una pallottola esplosa accidentalmente da un altro militare intento a maneggiare una pistola d’ordinanza all’interno di una camerata. I rilievi e le indagini eseguiti alla “Monte Grappa” videro impegnati anche i carabinieri del Reparto operativo Nucleo investigativo del comando di Terni, coordinati dall'allora maggiore Giuseppe Nardò. Durante le indagini fu posto l'accento sul perché l’altro militare fosse nella disponibilità di utilizzare l’arma in uno spazio come la camerata, diversamente da quanto previsto dal regolamento interno della Guardia di Finanza.
Le condizioni di Grauso, allora appena ventisettenne, furono subito dichiarate gravissime; il proiettile lo aveva colpito infatti attraversando collo e testa. Trasportato in eliambulanza al “Santa Maria della Misericordia” di Perugia, rimase ricoverato alcune settimane nel reparto di Terapia Intensiva prima di essere trasferito in una struttura riabilitativa in Emilia Romagna dove non si è mai ripreso e dove è deceduto.
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