Silvia Pagliacci (Federfarma): «Screening e telemedicina, così possiamo ridurre le liste d'attesa»

«Convenzionando esami come colonscopia, Ecg e spirometria le farmacie possono aiutare la sanità regionale»

Silvia Pagliacci presidente regionale di Federfarma
di Fabio Nucci
4 Minuti di Lettura
Domenica 26 Marzo 2023, 11:53

In Umbria le “farmacie dei servizi” sono pronte a dare un contributo nello screening e nella prevenzione, anche per ridurre le liste d’attesa. È uno degli aspetti su cui la neo presidente regionale, Silvia Pagliacci, sta lavorando, in continuità con quanto fatto dal presidente uscente Augusto Luciani dopo la nomina da parte dei 10 consiglieri regionali del sindacato. Telemedicina, esami diagnostici e aderenza alla cura le nuove sfide per una figura capace di porsi come primo interlocutore nelle situazioni di difficoltà.
Dottoressa Pagliacci, con quale spirito svolgerà l’incarico?
«Il mio lavoro non inizia ora, darò discontinuità perché sono una persona diversa ma ci sarà continuità nei principi fondanti di questa associazione. A partire dall’etica che contraddistingue le farmacie e Federfarma Umbria. È vero che dobbiamo tutelare gli interessi dei titolari, ma da sindacato governativo siamo a disposizione della comunità, contribuendo al bene del servizio sanitario regionale e dei cittadini».
Il vostro ruolo è stato amplificato dalla pandemia.
«Dobbiamo fare tesoro di quanto capitalizzato in termini di utilità per i cittadini durante il Covid. Abbiamo fatto conoscere meglio la professione, come custodi del farmaco nella distribuzione, del territorio, essendo le farmacie presenti in tutti i comuni, e come erogatori di servizi, con tamponi e vaccinazioni. Le liste d’attesa sono dure a ridursi anche per l’accumulo di richieste causato dal Covid e se gli screening oncologici sono andati avanti, il resto della prevenzione, vedi patologie cardio-metaboliche o diabetiche, ha subito un rallentamento».
Come può essere utile la farmacia?
«Siamo convinti di poter aiutare la sanità regionale e in linea con quanto chiesto, siamo ripartiti con screening del colon retto e cardiovascolare. Avremo un ruolo pregnante anche nella presa in carico del paziente cronico del quale il farmacista sorveglia che la prescrizione del medico sia seguita con precisione. Ci stiamo proponendo anche nei casi in cui il paziente oncologico, grazie alla ricerca, diventi cronico: il farmacista può essere un custode della terapia. E questo sotto casa, senza affrontare lunghe distanze».
In che termini le farmacie intervengono nello screening?
«Stiamo lavorando con direzione generale e assessorato regionale alla Salute per convenzionare anche esami strumentali come Ecg o spirometria. Questo perché non siano a carico del cittadino cui viene data la possibilità di scegliere di rivolgersi anche alla farmacia di comunità e di trasmettere l’esito al medico o allo specialista».
Questo comporterà maggiori investimenti.
«Come farmacie rurali siamo stati interessati dal Pnrr e molte sono state ristrutturate. Il primo atto da presidente regionale è stata la mappatura che zona per zona indica quali servizi sono operativi e quali lo saranno entro l’anno. Il documento è stato trasmesso alla Direzione regionale sanità: siamo sicuri di dare risposte efficaci alla cronicità, evitando ricoveri e accessi impropri ai pronto soccorso».
Cosa manca per formalizzare questo ruolo?
«Chiediamo che la figura del farmacista sia inserita nei Piani diagnostici terapeutici assistenziali nei quali il cittadino usufruisce di percorsi sanitari di garanzia. In Umbria la sperimentazione della “farmacia dei servizi” è stata finanziata dal Ministero prima della pandemia e ora siamo ripartiti con un cronoprogramma che prevede servizi cognitivi, telemedicina e screening già prima dell’estate. A fine sperimentazione, in base ai risultati, il dicastero valuterà se la “farmacia dei servizi” sarà utile e se sarà opportuno continuare a finanziarla come assetto consolidato».
Gli assistiti potranno prenotare via Cup?
«Abbiamo chiesto che tali esami siano convenzionati e prenotabili tramite Cup ma su questo aspettiamo una risposta dalla Regione. Inoltre, chiediamo che la refertazione avvenga in Umbria, visto che al momento avviene fuori regione, mentre i protocolli sull’aderenza alla terapia andranno perfezionati collegandoci alla medicina del territorio. La sfida sarà far dialogare le varie piattaforme (il Pnrr può dare risposte) e governare il nodo privacy sul fascicolo sanitario».
Come prima presidente donna avverte maggiore responsabilità?
«Come donna e mamma, dopo aver ricoperto anche incarichi nazionali, ho maturato una sensibilità particolare.

Il giorno dell’insediamento mi sono accorta che nel direttivo eravamo 4 donne e 6 uomini, una composizione armonica basata sulle competenze non sulle quote rosa di cui non amo parlare: credo alla meritocrazia. Detto questo, citando l’ex presidente della Federazione degli ordini, Giacomo Leopardi, il farmacista viene visto come “amico colto del cittadino” e la donna ha un ruolo ancora più particolare. Come sindacato regionale abbiamo aderito a Farmaciste insieme ed è nata l’associazione umbra convinti che tale figura possa avere una sensibilità particolare verso le donne, ad esempio, se con problematiche familiari. A volte basta scambiare una parola per far emergere un mondo di sofferenza che da sola la vittima non riuscirebbe a gestire mentre la farmacista, ad esempio, può indirizzarla ai centri antiviolenza. Il materiale informativo è sempre disponibile, lo abbiamo ricordato l’8 marzo affinché la luce, però, resti accesa tutto l’anno».

© RIPRODUZIONE RISERVATA