Febbre e tosse, mezza regione a letto per virus parainfluenzali. Gli under 12 sono i più colpiti

Febbre e tosse, mezza regione a letto per virus parainfluenzali. Gli under 12 sono i più colpiti
di Fabio Nucci
4 Minuti di Lettura
Sabato 10 Dicembre 2022, 08:37

La regione resta da record nazionale quanto a influenza stagionale con un’incidenza superiore a 17 casi ogni mille assistiti. Di “situazione impegnativa” parlano i medici di medicina generale e i pediatri che nella regione vedono la casistica comunque concentrata tra gli under 12 con casi che in alcune si stanno espandendosi anche agli adulti. «Secondo quanto riscontrato dai medici sentinella febbre, tosse e mal di gola nella maggior parte dei casi sono legati a virus para-influenzali», spiega Leandro Pesca, segretario provinciale della Fimmg.
Nell’aggiornamento pubblicato ieri da Influnet, la Rete italiana sorveglianza influenza, nella settimana compresa tra il 28 novembre e il 4 dicembre, l’ Umbria è inserita tra le sette regioni che superano la “soglia di massima intensità”, ovvero 17,36 casi per mille assistiti, come Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Marche e Abruzzo. I dati nazionali indicano un’incidenza in crescita in tutte le fasce di età, ma in quelle di età pediatriche e in particolare i bambini sotto i cinque anni il dato supera i 50,2 casi ogni mille assistiti, in crescita di dieci punti rispetto alla settimana precedente. L’ Umbria non si sottrae a questo trend e prevalentemente i casi non sono legati al virus influenzale per il quale è in corso la vaccinazione. «In Umbria abbiamo un gruppo di medici sentinella alcuni dei quali sono autorizzati a fare tamponi per tipizzare il virus – spiega Leandro Pesca – ma stando ai criteri clinici forniti possiamo già dire che di fatto la maggior parte dei casi in carico a medici e pediatri è legata a virus parainfluenzali, anche se su questo la certezza l’avremo solo una volta isolato il virus e una volta tipizzato». Anche a questo elemento è legata l’impennata di casi rispetto al picco dell’influenza stagionale atteso a inizio gennaio. «Si tratta di virus molto aggressivi e contagiosi – aggiunge Pesca – e in più rispetto agli ultimi due anni manca la protezione delle mascherine, ora poco usate, ragione per la quale la loro diffusività è diventata enorme, colpendo in primis l’età pediatrica, fino a 10-12 anni».
I sintomi sono quelli tipici di stagione. «Febbre alta, tosse insistente e persistente e nei più piccoli stiamo riscontrando molti casi di bronchioliti, una complicanza che interessa i bronchi periferici», spiega il dottor Pesca. Non mancano casi più gravi. «Nei ragazzini più grandi registriamo anche polmoniti e broncopolmoniti come per gli adulti tra i quali abbiamo trovato qualche complicanza, ma rispetto ai bambini la casistica è molto bassa, avendo l’adulto un sistema di difesa più strutturato, mentre quello dei bambini si sta formando. Tra i giovanissimi, i segni clinici sono più presenti».
Negli ultimi giorni i casi stanno interessando sempre più adulti e lavoratori. «Chi è più esposto al sociale ha più probabilità di prendersi l’influenza ed eventualmente le complicanze», precisa Leandro Pesca. In alcune zone della regione in quest’ultima settimana si sta registrando una sorta di picco. ««Oggi (ieri, ndr) ho rilasciato oltre una decina di certificati di malattia», spiega U.O., medico di una località della provincia di Perugia. «Nella mia zona, partita dai bambini con forme virali, col passare dei giorni sto vedendo una crescita evidente di casi tra gli adulti costretti a casa in malattia anche per più di 10 giorni per complicanze legate a polmonite o broncopolmonite e la necessità di ricorrere ad antibiotici. Altrimenti è sufficiente un anti infiammatorio». A proposito di antibiotici, cresce la tendenza al fai-da-te. «Noto con un certo disappunto un comportamento da parte dei pazienti abbastanza autonomo nell’uso di antibiotici che è un errore – spiega Leandro Pesca - perché va somministrato nel caso di complicanze a seconda delle quali è diverso ogni volta. Le linee guida sconsigliano l’uso autonomo di tali farmaci che possono essere utilizzati solo dopo visita e/o consiglio del medico. C’è il rischio di usare medicinali che poi non risolvono la situazione perché contro i virus sono inefficaci».
PUNTO COVID
In alcuni casi sintomi (para)influenzali si confondono con il Covid che come indicano i dati Iss-Ministero ha ripreso a diffondersi pur in un contesto di generale sottostima come molti osservatori sostengono.

Fenomeno confermato dall’elevata incidenza di ospedalizzazioni, col 33,2% di posti letto occupati in area medica, dato più alto d’Italia, mentre resta sotto la soglia quello delle terapie intensive.

© RIPRODUZIONE RISERVATA