Si tornerà in aula il 26 novembre. Il pubblico ministero Manuela Comodi che nel novembre del 2017 aveva comunicato agli indagati il primo esito degli accertamenti, contesta a sette persone, «medici di medicina generale e specialisti», i reati di somministrazione di medicinali in modo pericoloso per la salute pubblica, falso ideologico e violenza privata ritenendoli responsabili di aver redatto per i loro pazienti «prescrizioni galeniche riportanti la falsa indicazione terapeutica della cura dello stato depressivo» anziché la «reale finalità della cura dimagrante».
Nel periodo in cui vengono contestati i fatti, vale a dire nella seconda metà del 2015, sull’asse Perugia-Bastia Umbra un ruolo determinante secondo quanto emerso lo avrebbero avuto i quattro farmacisti ritenuti responsabili della pericolosa somministrazione dei medicinali. Nell’avviso di conclusione delle indagini preliminari si legge che hanno «preparato e commercializzato come coadiuvanti di diete farmaci galenici comprendenti sostanze antidepressive vietate per la cura dimagrante».
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