Un fatasma guida Palazzo Donini

Catiuscia Marini
di Italo Carmignani
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Martedì 26 Giugno 2018, 12:44
PERUGIA - Un dubbio ci assale: cosa accadrebbe se domani mattina si dovesse votare per la Regione? Secondo la cartina umbra dei ballottaggi al governo regionale del Pd rimarrebbe una sola città importante. Forse. 
Perse Perugia, Terni, Spoleto, Umbertide e Todi, smarrite Città di Castello e Marsciano, resta solo Foligno dove peraltro è in corso una perenne guerra interna al Pd sempre più prossima a quelle che hanno portato le sconfitte a Umbertide e Spoleto. Alias: il voto di domani mattina sarebbe per il centrosinistra e per il Pd in particolare una Caporetto, senza scomodare neanche gli austriaci. Nulla di nuovo, se non fosse per i piccoli segnali di risveglio segnalati al primo turno, diventati, però, fatui al secondo. Il motivo del definitivo crollo rosso non è nuovo: il dinamismo di Salvini (uber alles), le faide interne al partito, consumate come se vi fosse sempre un domani luminoso (su un altro pianeta?), ma soprattutto l’invisibilità del governo regionale. Anche se la presidente Marini sostiene di avere un carnet di altissimo livello delle cose fatte, visti i risultati elettorali nessuno deve averlo percepito durante le sue ultime trasferte di campagna elettorale. Quindi, delle due l’una: o chi l’ha incrociata non l’ha capita, oppure le cose fatte sono delegate in realtà all’ambito del vorrei. Certo, la totale assenza di un partito, di un segretario e di una riflessione sulla sconfitta del Pd non aiutano. Ma visto che la Lega ha già preso le misure e scelto probabilmente nell’inarrivabile Tesei la sua candidata per palazzo Donini, ci sono due strade da qui in avanti. Primo, aspettare il nuovo partito di Renzi (lei avrebbe l’endorsement di Orfini) o la new age di Veltroni, vivacchiare fino ad allora e quindi decidere il miglior naufragio. Oppure, tenere conto che due anni in politica sono lunghi, strigliare la giunta regionale (devastata dalle faide interne), rendere palpabile un programma di governo che preveda progetti visibili da cui ripartire in vista del 2020 e tentare un recupero. Ma non tenete conto di quest’ultima parte, sarebbe come dare voce a un fantasma. E accade solo nei film.
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