Terni, Fabio ritrova Olichka: il racconto della guerra tra gli aiuti all'ospedale e la denuncia dei sabotatori

Terni, Fabio ritrova Olichka: il racconto della guerra tra gli aiuti all'ospedale e la denuncia dei sabotatori
di Monica Di Lecce
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Sabato 12 Marzo 2022, 09:41 - Ultimo aggiornamento: 10:11

«Sono le 2.30 e finalmente a casa. Più di 60 ore di viaggio in 4 giorni, 5.103 km percorsi e tanta soddisfazione per la missione compiuta». Sono racchiuse tutte in queste parole di Roberto Cappanera, la sofferenza per ciò che ha visto alla frontiera, le difficoltà di un viaggio molto più complicato del previsto, e la gioia per aver aiutato l’amico Fabio Lanfiuti Baldi a portare in salvo a Terni Olichka Ivanova e la sua famiglia. I promessi sposi, separati dalla guerra, ora sono insieme e al sicuro ma ciò che ha visto e vissuto Olichka in Ucraina nei primi giorni della guerra pesano come un macigno. La paura dei bombardamenti ora ha lasciato il posto alla consapevolezza di essere al sicuro, ma il cuore e la mente sono sempre là: alla sua città Poltava, su cui nella notte è caduto un missile. Olichka è arrivata a Terni l'altra notte insieme alle figlie di 24 e 19 anni, alla cognata della figlia grande, che tra qualche giorno tornerà in Cile, suo paese d’origine, ad un’amica e ai suoi due figli, tra cui un bambino di 9 anni, due gatti e due cani.

Olichka nei primi giorni di guerra ha dimostrato coraggio da vendere: non solo si è prodigata per portare alimenti, giocattoli e medicinali negli ospedali, ma ha scoperto, denunciato e fatto arrestare un “sabotatore civile”. «Si tratta di russi vestiti da civili che di giorno vanno in giro e segnano con una vernice particolare, invisibile alla luce ma visibile di notte, gli obiettivi da colpire – spiega Fabio Lanfiuti Baldi – uno di questi era proprio davanti casa di Olichka che non ha esitato a fermarlo». «Il momento peggiore della guerra – racconta Olichka – è stato la notte.

Avevo paura di addormentarmi e di non sentire l’allarme antiaereo. Mandavo a dormire Valeria, la mia figlia più piccola, e rimanevo sveglia. In quei giorni avrò dormito due ore a notte».

Poi è arrivata la possibilità di lasciare la città attraverso un “corridoio” sicuro e mettere in salvo così la famiglia. «All’arrivo a Terni – racconta ancora Fabio Lanfiuti Baldi – un “urra” liberatorio da parte di tutti. In questo momento il matrimonio non è nei nostri pensieri – conclude - ci siamo promessi che ci saremmo sposati in Ucraina e in Ucraina ci sposeremo. Siamo molto preoccupati per l’evolversi della guerra che di ora in ora sembra farsi più intensa. Io vorrei solo che finisse ora».

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