«Esami negati alla paziente morta sei ore dopo la visita»: medico assolto

«Esami negati alla paziente morta sei ore dopo la visita»: medico assolto
di Enzo Beretta
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Lunedì 27 Febbraio 2023, 07:00

Liliana Gianvincenzi, 58 anni, è morta a Umbertide sei ore dopo una visita medica domiciliare. Sotto processo, con l’accusa di omicidio colposo, c’era finita la dottoressa della guardia medica che, all’esito di un’istruttoria dibattimentale particolarmente lunga e complessa, è stata scagionata da tutte le accuse. Il giudice monocratico Alberto Avenoso l’ha assolta con la formula della vecchia insufficienza di prove. 
Stava male, Liliana, quel drammatico 24 settembre 2017: lamentava «un forte dolore epigastrico, pressione alta e sudorazione». Per tutte queste ragioni aveva chiesto aiuto alla guardia medica. Sei ore dopo quella visita, però, è morta. A cinque anni di distanza dai fatti la Procura della Repubblica di Perugia ha chiesto di condannare a un anno di reclusione la dottoressa 64enne che quel giorno era andata a farle visita. Il pm contesta alla professionista di aver «sottovalutato la rilevanza di specifici fattori di rischio cardiovascolare della paziente», fumatrice e ipertesa da 7 anni. «Quella morte - secondo l’accusa - poteva essere evitata».

Negli atti giudiziari il pubblico ministero definiva negligente il comportamento del medico imputato, e aggiungeva che per Liliana dovevano essere disposte immediatamente indagini strumentali - un elettrocardiogramma, un ecocardiogramma, una ricerca laboristica di markers biochimici di infarto acuto del miocardio - che nel giro di un paio d’ore avrebbero rivelato la corretta diagnosi di ischemia miocardica in atto. Nella ricostruzione accusatoria, un trattamento chirurgico urgente avrebbe molto probabilmente scongiurato la morte. La parte civile, rappresentata in aula dall’avvocato Antonella Pietrobon, aveva chiesto un risarcimento di quasi 900 mila euro. L’imputata era difesa dall’avvocato Francesco Falcinelli; l’Asl, invece, è stata rappresentata dai penalisti Giancarlo Viti e Gianni Zurino.

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