Era prima e ora è dodicesima, ecco come la Ternana ha perso terreno

Dai sogni in grande alla zona playout da dover tenere lontana, due cambi di allenatore non hanno arrestato la perdita di quota rispetto all'inizio con le ali

Era prima e ora è dodicesima, ecco come la Ternana ha perso terreno
di Paolo Grassi
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Giovedì 13 Aprile 2023, 00:24

L'autunno ad alto livello, l'inverno di flessione, la primavera di passione. Tre momenti di una stagione strana, per una Ternana passata dai grandi sogni ad una realtà più amara. E così, a sei giornate dalla fine, resta da evitare di finire nella troppo vicina zona playout. Un campionato ora da salvare con l'umiltà necessaria, dopo aver gettato alle ortiche la possibilità di sognare davvero. Una Ternana passata da un allenatore all'altro, ma in cui due cambi di gestione non sono serviti per dare l'auspicata svolta all'ambiente. Questa Ternana, alla nona giornata era prima in classifica, oggi siamo alla 32' ed ha la zona playout a soli quattro punti. Per capire come è andata a discendere la stagione delle Fere, basta ripercorrerla. L'inizio un po' incerto era stato quasi subito esorcizzato, con una serie di risultati positivi, tra i quali cinque vittorie consecutive. E così, dopo nove giornate, i punti in classifica erano 19 e la posizione era quella di battistrada. Più di 2,1 punti a partita, per una media che ricordava quasi quella dell'anno dei record della serie C. Mister Cristiano Lucarelli e i suoi sembravano aver trovato la strada per i sogni dei tifosi e per le ambizioni della società. Ma da lì è cominciata la discesa, a volte lenta e a volte brusca. Da quel primo posto alla partita di Pisa, costata la panchina a Lucarelli, ci sono stati 3 soli punti in 5 partite e nessuna vittoria. Media bassissima, da 0,60 punti a gara. Il cambio in panchina, però, non ha giovato. Aurelio Andreazzoli ha diviso la sua gestione in due parti. Prima della sosta di gennaio ha diretto cinque partite, con 1 vittoria, un pareggio e tre sconfitte, 4 punti e media ancora sotto al punto a partita. Cose migliorate, ma solo di pochissimo, nelle prime sette partite del ritorno, quelle arrivate alla gara con il Cittadella dopo la quale si è dimesso. Due vittorie, due pareggi, ma anche tre sconfitte pesanti. Ecco il ritorno di Lucarelli, ma le 7 partite in cui la squadra è tornata sotto la guida del livornese hanno fruttato solo 6 punti. Uno per partita, di media. Troppo poco. E la classifica, ne ha risentito. Basti pensare che la squadra, dopo il primo posto alla nona giornata, ha continuato trovandosi al sesto posto nel giorno dell'esonero di Lucarelli. Con Andreazzoli è scesa fino al settimo posto al giro di boa e poi al dodicesimo alla 27', laddove Lucarelli l'ha ripresa in mano e laddove ad oggi si trova ancora. Parte destra della classifica, graficamente parlando. Andamento suggellato anche da un altro conto da incubo: 14 punti appena nel girone di ritorno, con 3 sole vittorie. In controtendenza con un girone di andata girato comunque a 26 punti. Ma è guardando le ultime sette posizioni dell'attuale classifica, che balza all'occhio un'altra curiosità, visto che negli ultimi confronti in ordine di tempo con queste squadre (nell'ordine, Venezia, Cittadella, Cosenza, Perugia, Spal, Brescia e Benevento) ha sempre perso, o pareggiato. E inevitabilmente, si accendo il campanello di allarme. Con la lucetta intermittente ma anche con una sirena che suona. La primavera, con la parte finale del campionato, richiede molta attenzione.

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