C'è una emergenza, quella abitativa, che sta per esplodere in maniera prepotente anche nel nostro territorio, favorita dalla pandemia e dal caro bollette che hanno impoverito famiglie e lavoratori, ma anche da una carenza di alloggi e da scelte, come la nuova legge regionale sull'assegnazione delle case popolari, che vanno a incidere pesantemente sulle tasche degli inquilini.
E' un grido d'allarme quello che si leva dal sesto congresso Sicet, il sindacato inquilini casa e territorio della Cisl.
«L'Umbria – ha detto Gino Bernardini, riconfermato presidente proprio in questa occasione - è una regione che continua a invecchiare e si fatica a trovare soluzioni adeguate alle esigenze abitative degli anziani, specialmente dei più fragili.
«Da quest’anno - ha affermato Bernardini - a causa del nuovo meccanismo di calcolo, l’aumento dei canoni andrà a colpire in maniera durissima una fetta molto importante degli assegnatari con incrementi che potranno raggiungere anche il 200 per cento. L’esempio è quello di una persona sola con reddito annuale lordo di 8 mila euro il canone mensile passerà dagli attuali 46,60 euro a 138 euro; mentre per chi ha un reddito di 12mila euro lordi il salto sarà da 70 a 220 euro».
Per Riccardo Marcelli della Cisl Terni, in un contesto in cui «una famiglia su quattro è composta da una sola persona. Nascono sempre meno figli, è quanto mai necessario pensare a politiche abitative rigenerative, tenendo al centro la persona. Come Cisl Terni chiediamo ad Ater, Comuni, Regioni e ordini professionali di elaborare progetti e idee innovative che diano alle persone e alle loro famiglie dignità, anche nella qualità abitativa».