Elezioni Umbria, Fdi va oltre il 30% e diventa primo partito. Crollo Lega ed Ms5. Il Pd al 21,5%. Il Terzo polo verso l'8%. Le ripercussioni sugli assetti locali. Il caso Regione. Le scelte da Perugia a Terni

Giorgia Meloni al comizio di Perugia in piazza IV Novembre
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Lunedì 26 Settembre 2022, 07:52 - Ultimo aggiornamento: 08:01

Nella notte delle elezioni politiche, Fratelli d'Italia conquista  a mani basse anche l' Umbria ed è ora il partito più votato nella regione che vede l'affermazione del centrodestra unito in entrambi i rami del Parlamento. Per il partito di Giorgia Meloni il consenso - quando sono state scrutinate ormai la maggior parte delle sezioni - oscilla tra quasi il 30,5 per cento del Senato e il 31 della Camera, mentre nel 2018 si era fermato al 4,88 e 4,92. Un salto in alto che moltiplica per sei i dati di cinque anni fa. E che non può avere ripercussioni sugli assetti locali. Con rapporti di forza dentro al centrodestra che si sono ribaltati in maniera nettissima. Nel 2019 le elezioni regionali che portarono Donatella Tesei a palazzo Donini segnaro uno storico boom della Lega che arrivò a un passo del 37 per cento dei voti; mentre Fratelli d'Italia si attestò al 10,4. In tre anni il partito di Giorgio Meloni ha, di fatto, quasi triplicato i consensi.
Quello della Lega non è un arretramento, ma un vero e proprio crollo. Il Carroccio ottiene circa l'8 per cento al
Senato (era al 20,28) e sfiora la stessa  quota alla Camera (20,16).
Arretrano in maniera robusta gli azzurri:  Forza Italia, a circa il 7 per cento tra Senato e Camera mentre quattro anni fa era intorno all'11.
Perde consensi anche il Pd che arriva a circa il 21,5 al Senato (dal 25,48 delle precedenti elezioni) e a poco più del 20 per cento alla Camera (dal 24,81). Non sfonda il terzo polo di Calenda e Renzi, intorno al 7-8
per cento, e va poco sopra il 12 per cento il M5s, in picchiata rispetto al 27 che aveva.
Nettissimo il divario tra le due coalizioni che porta, come nelle precedente tornata, tutti i collegi
uninominali al centrodestra che supera il 46 per cento e il centrosinistra oscillante tra 26 e 27 per cento.

Logico che il dato delle elezioni politiche verrà valutato nei rapporti di forza locali.

In Regione c'era sempre l'ipotesi rimpasto sullo sfondo visto che Fdi non ha un assessore. Un incastro che dovrà andare a danma anche con l'approdo romano di Squarta e Pace che vine dato per certo. E il voto potrà influire anche sulle città. Il prossimo anno si vota  a Terni dove c'è il sindaco leghista Latini al primo mandato. Mentre Perugia, tra due anni, dovrà affrontare il dopo Romizi. Con questi numeri, in attesa di verificare bene il dato città per città, Fdi mettere sul tavolo una golden share che potrà pesare sulle scelte della coalizione non più a trazione leghista.

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