Elezioni, le manovre per il ballottaggio. Salvini annuncia: «Sarò a Orvieto»

Il Comune di Orvieto
di Vincenzo Carducci
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Giovedì 30 Maggio 2019, 20:21
ORVIETO - Incontri, telefoni "bollenti", ambasciate al lavoro e una variabile non da poco: Salvini. Si giocano così i tempi supplementari del ballottaggio che il prossimo 9 giugno chiamerà Orvieto a scegliere tra il sindaco uscente Giuseppe Germani e la candidata del centrodestra, Roberta Tardani, uscita vincitrice al primo turno. Li dividono circa 1400 voti, qualche centinaio in meno di quelli messi insieme dalle liste che hanno sostenuto Franco Raimondo Barbabella e ora guardati come oggetto del desiderio da entrambi gli schieramenti. In attesa di incontri più o meno ufficiali (se non ci sono già stati) a muoversi sono le ambascerie delle varie liste che sondano il campo per eventuali accordi. 

QUI TARDANI In queste ore si discute anche di apparentamenti formali, già tuttavia esclusi ufficialmente dalla Tardani a scrutini ancora in corso.«Se il nostro programma e i nostri valori sono condivisi - ribadisce - saranno aperte le porte a tutti coloro che vorranno collaborare nell'esclusivo interesse della nostra città. Noi, in questi giorni che ci separano dal voto, continueremo ad agire con chiarezza e coerenza. Non verremo meno al patto di fiducia che abbiamo stipulato con i cittadini». Fisiologicamente il centrodestra potrebbe recuperare i voti che nel primo turno sono andati a Casapound («nessuno dei nostri voti andrà di sicuro al centrosinistra, ci confronteremo sui temi», ha detto lunedì sera Matteo Panzetta) ma il primo obiettivo, non scontato, è riportare a votare gli elettori del primo turno. Cinque anni fa tra il primo turno e il ballottaggio si "persero" circa 2mila votanti, i 6.047 voti di Germani, che poi uscì vincitore, diventarono 5.715 mentre il suo sfidante, Toni Concina, recuperò circa 600 consensi rispetto ai 4.176 della prima tornata. Serrare le fila, dunque, è la prima parola d'ordine nel quartier generale della Tardani e quale soluzione migliore se non l'intervento di Matteo Salvini. Il ministero dell'Interno e numero uno della Lega sarà a Orvieto, non ha detto quando, ma lo ha anticipato nel video pubblicato su Facebook mercoledì sera. «Ci sono ancora sindaci da scegliere tra la Lega e la sinistra, sarò anche a Foligno e Orvieto», ha affermato. Intanto arriverà sicuramente sulla Rupe un altro big del Carroccio, il ministro delle Politiche agricole e del turismo Gianmarco Centinaio, che sabato alle 14 al palazzo dei Sette incontrerà gli imprenditori del settore insieme alla candidata sindaco. 

QUI GERMANI A Germani, è ovvio, riportare i suoi alle urne non basterebbe e le dichiarazioni meno tranchant nel post voto sono un segnale che nessuna pista è esclusa compresa quelli di apparentamenti formali. La soluzione più semplice, ma non risolutiva, porta ai voti di Bella Ciao e Tiziano Rosati che ieri ha ringraziato gli elettori malgrado il risultato non consente di farli entrare in Consiglio e lanciato un chiaro messaggio di apertura al sindaco uscente. «I risultati elettorali, seppure insufficienti a farci sedere nelle sedi istituzionali - dice - non ci scoraggiano, anzi costituiscono uno stimolo maggiore a proseguire sulla strada che riteniamo unica da percorrere per un futuro libero, concreto e partecipato, che sia contrasto alla pericolosa deriva, politicamente ben localizzata, che sembra poter inglobare, insieme a quasi tutto il territorio nazionale, anche il nostro Comune. Vogliamo verificare se c'è la possibilità di aprire un nuovo "cantiere politico" con tutte quelle forze che hanno rivendicato nei loro programmi una visione alternativa alla destra. Lo chiediamo con la stessa convinzione di quando, qualche mese fa, attraverso un appello pubblico esprimevamo l'importanza di mettere da parte personalismi e divisioni che non fanno bene alla città. Ci auguriamo che prevalga il buonsenso delle persone interessate e che venga compreso al meglio questo nostro ulteriore appello». 

ORVIETO 19TO24: SERVE CAMBIAMENTO RADICALE Più arduo per il sindaco uscente pescare tra gli elettori della compagine che ha sostenuto Barbabella con il quale si è anche velenosamente pizzicato in campagna elettorale sulla questione ex Piave. In questo schieramento particolarmente eterogeneo innanzitutto andrebbe compreso chi, dopo il voto, è in grado di dare le carte e indirizzare i consensi. Nota la genesi di Orvieto19to24, dove si sono andati a rifugiare pezzi di elettorato del Pd e consiglieri comunali uscenti dei Dem dopo la spaccatura sulla ricandidatura di Germani, che anche solo per una questione pratica potrebbe fare il tifo per la Tardani visto che solo in caso di una sua vittoria entrerebbe con un seggio in consiglio comunale. La parola «cambiamento» utilizzata oggi dal portavoce dell'associazione Orvieto19to24, Luigi Menta, fa eco a quella di Barbabella che tuttavia non viene mai citato nelle dichiarazioni di commento al voto quasi a voler rimarcare autonomia. «Riteniamo che sia doveroso - scrive Menta - mettersi a disposizione delle molteplici sensibilità che ci hanno sostenuto di condividere la scelta di proseguire il percorso che l’associazione ha intrapreso dallo scorso mese di febbraio per contribuire fattivamente a un cambiamento radicale rispetto ai modi e ai metodi di amministrare la città di Orvieto. L’appuntamento del 9 giugno prossimo sarà lo spartiacque di una stagione politica che deve cambiare le sorti della città e per questo saremo sentinella per il riscatto economico e occupazionale di Orvieto, del comprensorio orvietano e delle aree limitrofe. In altre parole, ci schieriamo, come è nostro costume, dalla parte di quanti intendono riaffermare i valori della democrazia e del progresso. Con lo spirito della condivisione, della libertà di idee e dell’autonomia da vincoli di appartenenza, proseguiremo il nostro percorso verso una la strada migliore per Orvieto e per gli orvietani». Allo stesso modo l'altra lista Prima gli orvietani, approdo di ex forzisti, potrebbe avere qualche ritrosia a virare sulla candidata del centrodestra che aveva osteggiato così come il centrodestra stesso potrebbe fare muro ad accordi più o meno ufficiali. Ma la strada verso il ballottaggio è (ancora) lunga. 

 
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