Edoardo Guido Torrigiani, idee chiare: un futuro nella neurochirurgia e da orvietano «amo mangiare bene»

Edoardo Guido Torrigiani, idee chiare: un futuro nella neurochirurgia e da orvietano «amo mangiare bene»
di Monica Riccio
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Lunedì 20 Luglio 2020, 17:44
Troppo spesso si sente parlare di “generazione allo sbando”, giovani senza futuro, di ragazzi e ragazze che non sanno cosa vogliono dalla vita. E troppo spesso queste sono solo etichette che nulla hanno a che vedere con i giovani d'oggi, molto ma molto più spesso attenti osservatori del proprio tempo, perfettamente calati in quella che è la routine che a noi, più adulti, sembra prigione, e a loro, nativi digitali, sembra una rete di relazioni che crescono e arricchiscono vita e spirito.

E' il caso di Edoardo Guido Torrigiani, 24 anni, classe 1996, orvietano d'azione, nato a Roma dove ha vissuto fino ai dieci anni prima di trasferirsi con la famiglia a Orvieto dove ha frequentato le scuole medie e le superiori. Edoardo è un giovane uomo del nostro tempo, diplomato con 100 e lode al Liceo Classico “Gualtiero” di Orvieto e neo Laureato con 110 e lode all'Universita Cattolica/Policlinico “Agostino Gemelli” in Medicina e Chirurgia con la tesi di laurea "Il ruolo della memoria semantica e suoi correlati neuroanatomici nella fase prodromica della malattia di Alzheimer".

E sa bene quale strada vuole seguire nella vita. “Vorrei restare nel campo della Neurologia o della Neurochirurgia”. Edoardo ha idee ben chiare, è in attesa di iniziare la parte “specialistica” del proprio cammino di medico e studioso, per questo a settembre sosterrà il test di ammissione. Del suo futuro lavoro ha un concetto particolare e del tutto “umano”: “il paziente – dice – non è mai la sua malattia e l'approccio con lui non si insegna, occorre una grande attenzione verso chi è malato, perché oltre a essere malato è anche in uno stato complesso e articolato che va capito, compreso, e dicui va sempre tenuto conto.”

Edoardo Torrigiani, oltre dagli studi di Medicina, è affascinato dalla letteratura Giapponese, contemporanea e meno contemporanea, ma anche dai grandi Scrittori russi dell’Ottocento e ha all'attivo due libri ha pubblicato infatti “Iritrean” (Intermedia Edizioni) nel giugno 2013 e “L'uomo che scriveva sogni” (Edizioni del Faro) nel marzo 2018. “Iritrean – si legge nella sinossi del libro - non è un semplice fantasy, Iritrean è quel racconto che tocca l’anima e la moralità umana. Che sa scindere tra bene e male, alternati tra guerre di personaggi mitologici che in cuor nostro vorremmo veder vivere in questo mondo sciatto e abbandonato a se stesso.” Il protagonista de L’uomo che scriveva sogni - recita la presentazione del libro - è un giovane uomo che lavora in una libreria e frequenta spesso il solito bar. Una guida misteriosa e una serie di fortuiti o predestinati incontri saranno l'unico lume sul suo cammino, mentre ogni istante mette in dubbio l'istante precedente e ogni cosa si fa via via più irreale, sfumando nel blu indistinto della notte e dell'enigma. Un viaggio in cui scoprire che per poter andare avanti occorre sempre ricordare cosa si ha alle spalle, comprendere e vivere ciò che si ha intorno e desiderare ciò che ha da venire.” Un Edoardo scrittore che racconta la sua esperienza come “la necessità, la passione per la scrittura – racconta – la prosa come mezzo più efficace per cercare un ponte, una valgola di sfogo essenziale. E quando pubblichi un libro – spiega – ne perdi in fondo un po' la paternità.” In questo momento Edoardo sta lavorando al suo terzo lavoro letterario ma gli studi di Medicina hanno la priorità e nel tempo libero “ho gusti semplici – spiega – mi piace stare in compagnia di gente a cui voglio bene e che mi vuole bene, il vino buono e il buon mangiare”.

Non sa ancora se resterà in Italia una volta conclusi i propri studi: “la medicina italiana è una eccellenza assoluta – dice – ma in Italia è difficile avere successo. Il nostro sistema sanitario garantisce una assistenza eccellente, umana, dovremmo averne più cura, non tagliare o smantellare. L'innovazione non può esserci laddove ci sono tagli ma solo dove c'è aggiornamento.” Dei suoi eccellenti trascorsi scolastici parla definnendo il liceo classico (metodo Brocca, ci tiene a precisare) come “la migliore scuola possibile” e racconta un Edoardo “non troppo ligio alle regole” quando era studente delle medie, ma allora era una vita fa e ora è tutta un'altra bellissima storia ancora da scrivere. 




 
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