«Edicole presidio essenziale»
L'orgoglio di chi resta aperto a Terni

«Edicole presidio essenziale» L'orgoglio di chi resta aperto a Terni
di Sergio Capotosti
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Sabato 14 Marzo 2020, 15:35 - Ultimo aggiornamento: 17 Marzo, 12:47

Presidio essenziale di servizio pubblico e di democrazia». Parole del sottosegretario con delega all'Editoria, Andrea Martella, rilasciate al Messaggero nell'intervista di ieri, che riempono di orgoglio gli edicolanti di Terni, così come tutta la filiera dell'informazione che continua a lavorare in piena emergenza coronavirus. Sentinelle dell'informazione, gli edicolanti di Terni, che, pur tra mille difficoltà, continuano a svolgere un servizio essenziale, riconosciuto come tale nel decreto emanato dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, per contenere la diffusione del Covid-19. Uscire di casa per andare a compare il giornale in edicola non solo è consentito dalle norme in vigore, ma anche utile per affrontare l'emergenza, come ha detto il sottosegretario Martella: «Se c'è una lezione da assimilare da questa nuova epidemia, è che l'informazione di qualità, quella che dimostra di avere fonti credibili, deve essere considerata parte integrante della strategia complessiva di risposta alle emergenze».

La testimonianza. Una strategia che regala anche momenti di leggerezza, come quelli che racconta Silvia Medori, edicolante di via Curio Dentato a Terni (la sua edicola è quella davanti alla chiesa di Sant'Antocnio). «Qualcuno - racconta Medori - ha chiesto se qualche rivista avesse in omaggio la mascherina». Richiesta che in tempi di Covid-19 appare non troppo bizzarra, ma che rende bene l'idea di quanto le edicole in questo momento svolgano quel servizio pubblico ritenuto essenziale dal Governo. «Personalmente ho valutato se rimanere aperta o meno, poi alla fine ho deciso di fare la mia parte. Non posso dire lo stesso di altri servizi che sono stati giudicati essenziali ma hanno chiuso, come si è visto per alcuni uffici postali o sportelli bancari», fa notare con un pizzico di polemica Medori. «Lavoro molto con i bar e le scuole che si trovano in questa zona, perciò la vendita dei quotidiani è leggermente calata, ma ho venduto più enigmistica e riviste di gossip».
I quotidiani non solo resistono, ma in questa fase stanno anche registrando segnali di ripresa. «La vendita dei giornali sta andando bene, meglio di prima», conferma Silvia Antonelli, che da sei anni gestisce insieme al marito la storica edicola della centralissima piazza Tacito. «La sicurezza? Ci abbiamo pensato e con qualche accortezza, come guanti e mascherina, siamo qui a lavorare. Ci sentiamo di farlo perché stiamo svolgendo un servizio che aiuta le persone a orientarsi, a capire meglio come affrontare questa difficile situazione che stiamo vivendo», aggiunge Antonelli.

La missione. Bene le vendite, ma non è sufficiente. I bilanci delle edicole sono da molto anni sempre in bilico. Basta poco per chiudere la giornata in perdita. E in questioni giorni la situazione è a dir poco difficile. Così se da una parte i quotidiani si vendono bene, tutto il resto è praticamente fermo. Lo racconta Roberto Elisei, uno degli edicolanti più conosciuti a Terni che da anni lavora nell'edicola di piazza della Repubblica.
«Stiamo svolgendo davvero una funzione sociale. Se uno vede il bilancio di fine giornata - dice Elisei - è meglio chiudere. La vendita dei quotidiani sta andando meglio del solito, ma non vendiamo niente di tutto il resto, come i giocattoli o le riviste per i bambini. A fine giornata i conti non tornano, ma l'informazione - aggiunge - non si può fermare. Come è stato in tempo di guerra, quando si moriva per consegnare un pacco di giornali, oggi siamo qui a fare il nostro lavoro». L'orgoglio di essere edicolante, in questa fase storica, sta tutto in queste parole.

Il decano Altro volto noto nel mondo delle edicole è quello di Giampiero Bordoni. Sigaro in bocca e bicicletta per gli spostamenti, anche ieri mattina alle sei meno dieci era davanti all'edicola di piazza Dalmazia per prendere i giornali e iniziare un'altra giornata di lavoro. «Con i clienti - racconta Bordoni - stretti un commento al volo, stando sempre a distanza di sicurezza ci scappa pure. Il resto prende il giornale e va via, nel rispetto delle norme. La vendita dei quotidiani va discretamente. Paura? No, continuo a fare il mio lavoro».

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