Sosta selvaggia in centro a Terni. I commercianti: «Siamo ostaggio delle auto»

In via De Filis la voce di Lillero e L'Operà

Sosta selvaggia in centro a Terni. I commercianti: «Siamo ostaggio delle auto»
di Aurora Provantini
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Giovedì 16 Marzo 2023, 11:29

TERNI - «Siamo ostaggio delle auto e della burocrazia». Alessio Avena, classe 1991, conta le macchine parcheggiate davanti al suo ristorante: nove. «Diciamo che oggi è una buona giornata. Diciamo che in genere ce ne sono il doppio». E’ ironico. Indica il cartello con scritto “Area pedonale”. Perché via De Filis, dove sta la trattoria Lillero in cui prima lavorava come dipendente e poi rileva insieme ad un socio, è un’area pedonale all’interno della Ztl. Quindi una di quelle stradine del centro storico in cui potrebbe transitare giusto una manciata di auto. Invece sono più le auto che i residenti. «E’ così ad ogni ora del giorno. Era così prima del Covid ed è così adesso. Non c’erano controlli allora e non ci sono oggi. E nonostante questa pesante situazione, il Comune ci chiede di investire 20mila euro in un dehors, se vogliamo lavorare d’estate. In barba ai dati dell’Osservatorio della demografia d’impresa nei centri urbani». Quei dati fotografano un settore in profonda crisi che necessita di interventi di rigenerazione urbana e di politiche di sostegno al commercio di prossimità urgenti. «Invece la pubblica amministrazione ci chiede altri sacrifici». Quella struttura di cinque metri per cinque, da collocare sotto l’arco di fronte al murale realizzato da Uno a maggio 2021, consentirebbe ad Avena di far cenere i clienti all’aperto. «Con tutto questo degrado, con tutte queste auto sempre in mezzo alla via dove non dovrebbero stare, ci è stato detto che non possiamo mettere i tavolini a ridosso del nostro locale. Questo perché essendo via De Filis a doppio senso di marcia ma senza marciapiedi lo spazio occupato dai tavoli ridurrebbe di un metro e mezzo la careggiata creando una ipotetica situazione di pericolo per i pedoni». Nessuna contestazione da parte del giovane ristoratore: «E’ giusto così». «Ma lo spazio rubato alla careggiata dalle auto in sosta selvaggia? Quello non conta?  - e questa è l’obiezione.  Sono davvero tante le autovetture. Riempiono la strada. E coprono quel murale fatto realizzare per rigenerare un angolo di città che ha una storia antica e che divide corso Vecchio da piazza del Mercato. A fianco di quell’opera di street art c’è la vetrina di due professioniste dei capelli: Deborah Stefanangeli e Stefania D’Annibale. Ostaggio delle auto anche loro. E anche loro a segnalare quotidianamente la situazione di degrado e a suggerire soluzioni migliorative: «Ci siamo offerte di mettere, e quindi di donare al Comune, delle fioriere da posizionare a poca distanza dal muro in modo da scoraggiare le soste selvagge, ma ci è stato detto che non possiamo». I fiori no, le auto sì. I sacrifici, sì. «Abbiamo cinque dipendenti – riprende il discorso Avena – quindi qui ci lavoriamo in sette. Ogni giorno puliamo e cerchiamo di tenere in ordine la via. Ogni giorno e ogni sera la illuminiamo. La viviamo. Ma ci sentiamo ostaggio delle soste selvagge e della burocrazia. Diciamo che tutto questo non favorisce lo sviluppo di nuove attività commerciali».

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