Svuota-carceri: è agli arresti domiciliari
ma fa rapine e passeggiate

Svuota-carceri: è agli arresti domiciliari ma fa rapine e passeggiate
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Giovedì 21 Agosto 2014, 10:30 - Ultimo aggiornamento: 12:47
PERUGIA - agli arresti domiciliari da giugno, non per buona condotta ma perch in virtdel decreto svuota-carceri il furto commesso in un negozio del centro (preso con gli abiti rubati sulle scale del Duomo), l'aver fornito false generalit e avere un ordine di espulsione del questore viene commutato in arresto domiciliare dopo un mese di carcere.



Ma per chi è abituato a commettere reati, chi vive in uno stato di clandestinità più o meno totale, chi vive di spaccio e rapine e concepisce la realtà come una giungla in cui vince il più forte, spesso lo stare ai domiciliari viene tradotto in concedersi delle frequenti uscite non solo per piacere ma anche per commettere reati.



Il tunisino trentenne rientra in questa categoria. Dagli arresti domiciliari evade frequentemente e in due casi, tra il 6 e l'8 agosto, rapina due donne tra il Bellocchio e via del Macello: le vittime sono una donna di 63 anni e una giovane di 17 rapinate, ferite e minacciate. In un caso si finge il buono che insegue il cattivo che ha appena rapinato la donna, nell'altro agisce da solo per derubare la giovane.



Le vittime però lo riconoscono in pieno, anche per via di un tatuaggio evidente sul braccio che lui non ha nascosto e che i poliziotti conoscono assieme alla sua faccia, giá schedata per diversi altri reati tra spaccio e furti più o meno violenti commessi dal 2003 da quando è in Italia, assieme ad altri fatti violenti.



A questo punto, è scattata la denuncia in stato di libertà per lo scippatore, ma gli investigatori della Mobile, diretti da Marco Chiacchiera e coordinati da Roberto Roscioli, non si sono arresi e sono andati oltre: una volta documentate le due rapine, commesse ovviamente durante altrettanti episodi di evasione dai domiciliari, hanno “aumentato il carico”, sorprendendo il tunisino, in giro per la città, proprio quando meno si aspettava di essere beccato, ovvero all’alba della mattina di Ferragosto.

Lo scippatore, individuato in Piazza Vittorio Veneto, è stato accompagnato presso gli Uffici della Questura per gli accertamenti del caso, e lì ha riferito di essere sì sottoposto alla misura cautelare domiciliare, ma anche di avere un permesso, per esigenze personali, nelle ore mattutine di tutti i giorni: naturalmente si trattava di false giustificazioni alle quali gli agenti non hanno creduto, e grazie ad una segnalazione “cumulativa” di tutti questi fatti inviata immediatamente all’Autorità Giudiziaria competente, tempestiva è stata la risposta.



Scattato il blit a casa sua per arrestarlo, cosa puntualmente avvenuta, i poliziotti della squadra mobile hanno trovato anche un connazionale trentenne a sua volta agli arresti domiciliari in un'altra abitazione e anche lui con un pedigree criminale di alto profilo.
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