«Droga a Fontivegge, servono i controlli sulle licenze dei locali»

«Droga a Fontivegge, servono i controlli sulle licenze dei locali»
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Venerdì 31 Gennaio 2020, 18:23
PERUGIA - «Vai a Perugia e scendi alla stazione Fontivegge. C’è un negozio gestito da connazionali. Lì troverai il contatto che ti porterà in un appartamento della zona per prendere la droga». Queste, in sintesi, le indicazioni che una donna ha ricevuto dai tre nigeriani che sono stati arrestati con l'accusa di gestire un vasto traffico di droga dall'Umbria a Cagliari. Da Perugia in particolare, città utilizzata essenzialmente come magazzino per lo smercio di eroina purissima, come scoperto dagli investigatori della Sezione Criminalità Organizzata della squadra mobile di Cagliari.

Il traffico è stato scoperchiato lo scorso maggio quando la donna, di origini nigeriane, si è sentita male mentre era in viaggio a bordo del traghetto Civitavecchia-Cagliari. Le sue gravi condizioni sono state segnalate alla capitaneria di porto in Sardegna e gli esami hanno subito dimostrato come avesse ingerito ovuli di droga. Molto giovane, vittima della tratta, ha infatti rischiato di morire per un ovulo che si era parzialmente rotto, dopo aver ingerito quasi mezzo chilo di eroina, per un totale di circa 4.320 dosi.

Dall'arresto della donna sono partite le indagini coordinate dalla procura di Cagliari. Nel mirino è finito il suo telefono, da cui gli investigatori hanno estrapolato le conversazioni e i messaggi vocali su WhatsApp in cui due degli arrestati le davano le indicazioni per reperire la droga a Perugia e portarla sull'isola.
In manette sono finiti Adam Kelvin Sunday, 36 anni, considerato il vertice del gruppo criminale, John Godstime John, di 29, e Chuks Agidi, di 26. I nomi di Godstime e Agidi sono già noti alla polizia: erano emersi nel corso dell’indagine del 2018, denominata Calypso Nest, sulla cosiddetta mafia nigeriana con 21 persone arrestate per tratta di esseri umani e traffico di droga. Tuttavia, la Cassazione non ha poi riconosciuto l’esistenza del vincolo associativo mafioso e il procedimento è ancora in corso. La donna, anche lei nigeriana, era stata ricoverata in ospedale il 26 maggio dello scorso anno: nello stomaco aveva 33 ovuli di eroina, uno dei quali parzialmente aperto e che l'ha fatta quasi morire. Da quel momento gli investigatori della Mobile hanno lavorato per ricostruire i suoi spostamenti: da un pagamento effettuato su Postepay la polizia è arrivata a Godstime, mentre dal sequestro del cellulare e dall'analisi di tabulati e messaggi sono arrivati ad Agidi e Sunday. Proprio Sunday, secondo quanto ascoltato dagli uomini dello Sco, avrebbe convinto la giovane a venire a Perugia per fare da corriere della droga a rischio della sua vita.

Mentre in Sardegna proseguono le indagini per approfondire tutte le dinamiche di questo traffico e individuare eventuali altri membri della banda, la squadra mobile di Cagliari – agli ordini del dirigente Roberto Pititto, ha fornito anche un'informativa ai colleghi di Perugia, segnalando il negozio e l'appartamento di Fontivegge coinvolti nell'inchiesta.
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