Intervista alla presidente della Regione Donatella Tesei, da tre anni a palazzo Donini:«Pronta a dare continuità al mio mandato»

La presdente Donatella Tesei
di Fabio Nucci
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Giovedì 1 Dicembre 2022, 10:04

Presidente Tesei, com’è l’Umbria oggi rispetto a tre anni fa?
«Oggi abbiamo varie fonti che certificano come nel 2021 abbia conseguito la maggiore crescita del Pil tra le regioni italiane. C’è inoltre un calo importante nella disoccupazione, dal 2018 al 2021 passata dal 9,2 al 6,6%, e stiamo lavorando per mantenere tali livelli bassi. Altri indicatori positivi anche rispetto al 2019 ci consentono di affrontare questa nuova crisi un po’ più forti rispetto a tre anni fa nonostante siamo stati impegnati su tutti i fronti anche nel gestire emergenze ed eventi straordinari, a partire dalla pandemia. Per questo abbiamo lavorato molto per intercettare il massimo delle risorse Pnrr che oggi assommano a 1,7 miliardi di euro per progetti che andranno realizzati entro il 2026. Un elemento che può aiutarci a contrastare questa ulteriore crisi dovuta alla guerra, al caro energia e all’inflazione».
Pensa di essere riuscita a dare fiducia a questa regione?
«Ho cercato sempre di dare fiducia e i risultati economici odierni lo dimostrano, anche tra le imprese tra le quali si è creato un clima positivo che mi auguro possa continuare. Questo vale anche per le famiglie per sostenere le quali la Regione ha stanziato risorse mai viste prima. Basti pensare ai bonus bebé e per centri estivi, al rimborso rette per la fascia 0-6, al voucher per lo sport. Poi, c’è il tema delle borse di studio che coinvolge tutti gli ordini di scuola, dall’università alla primaria. Per gli universitari abbiamo confermato la no-tax area e introdotto il bonus trasporti. Tutte iniziative che tendono a sostenere la famiglia e che aiutano a far capire che la Regione è attenta alle difficoltà che le famiglie incontrano».
In questi ultimi due anni alcune zone dell’Umbria hanno vissuto un’emergenza nell’emergenza.
«Da inizio mandato ho lavorato senza sosta per la ricostruzione essendomi resa conto che negli ultimi tre anni ci si era limitati a gestire l’emergenza; tant’è che uno dei primi provvedimenti fu quello per far rimuovere le macerie. Oggi abbiamo numeri importanti nella ricostruzione che con l’arrivo del commissario Legnini e una normativa improntata alla semplificazione ha subito un’accelerazione. L’85% di quella leggera è partita, oltre mille cantieri sono stati chiusi ed è partita la ricostruzione pubblica con opere fondamentali per quei territori, come l’ospedale di Norcia, la casa di riposo Fusconi o, per il tipo di progettazione e l’importanza del luogo, la ricostruzione di Castelluccio su piattaforma isolata sismicamente. La strada è questa, vorrei che la ricostruzione si concluda quanto prima».
La sanità resta un terreno di confronto aspro.
«Capisco le problematiche dei territori e i bisogni dei cittadini, ma questo è un tema nazionale e le difficoltà nel ripartire dopo il Covid è complesso per tutte le regioni e di questo sono consapevole. Il post pandemia lo stiamo continuando a gestire seppur in modo meno impattante e questo causa disagi e problemi anche negli ospedali e una contrazione del resto delle prestazioni che si sta tendando di recuperare. Questa regione aveva bisogno di un piano sanitario nuovo, riorganizzando, ma anche predisponendo progetti di sanità territoriale che vedranno la luce grazie al Pnrr. Se il Covid fosse stato meno impattante molte questioni aperte sarebbero state chiuse, ma c’è grande attenzione su questo e un grande sforzo per dare risposte concrete e complete a tutti gli umbri».
Si rimprovera qualcosa in questi tre anni?
«Avrei voluto fare di più per la sanità che è un comparto che mi sta particolarmente a cuore perché tocca tutte le persone e il percorso che intendevamo fare da subito l’abbiamo avviato a metà mandato. Per il resto nonostante le ristrettezze del bilancio regionale siamo riusciti a soddisfare esigenze che venivano anche da lontano, risolvendo dossier pregressi impegnativi come il salvataggio di Monteluce, la partita dei trasporti, con Umbria mobilità rimessa in cammino. Abbiamo salvato e fatto ripartire l’aeroporto, facendo una legge regionale e mettendoci risorse e oggi al record storico di passeggeri e di tratte nazionali e internazionali coperte. Restano ancora questioni da risolvere e penso ad esempio al problema delle Comunità montane che stiamo ancora affrontando. Qualcosa poteva essere fatto meglio sicuramente, nessuno si erge a tenutario della verità evangelica, ma l’impegno è stato notevole. Sono stati tre anni dove nulla è stato ordinario».
La presenza di un governo affine politicamente alla sua giunta può dare ulteriore slancio?
«Penso di sì e su questa scia ci muoveremo come fatto in passato interloquendo con i vari ministeri per portare a casa risorse fondamentali per la nostra regione. Quando presentammo il nostro Piano di ripresa e resilienza, qualcuno sorrise mentre oggi abbiamo superato il miliardo e mezzo di fondi cui allora puntavamo. Un’interlocuzione dal punto di vista dell’affinità può essere utile, ma le istituzioni sono istituzioni. Manterrò un approccio costruttivo e di confronto, rispettando tutti, ma vorrei anche essere rispettata. Non andiamo a Roma a chiedere cose campate in aria, ma sostenute da argomentazioni valide, come accaduto per il tema infrastrutture per le quali, con i governi che si sono succeduti, ho chiesto cose che, considerando l’isolamento della regione, non solo erano dovute ma avrebbero dovuto essere fatte 20 anni fa».
Pronta a raccogliere le sfide della seconda parte di mandato e a dare continuità a tale azione?
Sto lavorando e continuerò a farlo nello spazio del mio mandato.

Non mi sottraggo però al lavoro per l’Umbria perché sono consapevole che per far vedere un cambiamento completo che posso dire è iniziato in tanti settori c’è bisogno di un periodo più lungo. Basti pensare ai tempi del Pnrr con la realizzazione di tante opere che avverrà oltre la scadenza del mio primo mandato. Ma tutto questo sarà oggetto delle debite riflessioni al momento giusto. Intanto continuerò a lavorare per la mia regione».

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