Dolci cacciato dalla Vus: condannato il sindaco di Foligno Zuccarini. Ecco quanto deve pagare

Dolci cacciato dalla Vus: condannato il sindaco di Foligno Zuccarini. Ecco quanto deve pagare
di Egle Priolo
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Giovedì 28 Settembre 2023, 08:36 - Ultimo aggiornamento: 29 Settembre, 19:14

PERUGIA - Lo spoils system costa. Letteralmente. Ed esattamente 40mila euro. Quelli che la Corte dei conti ha stabilito debbano pagare il sindaco di Foligno Stefano Zuccarini, di Sellano Attilio Gubbiotti, di Gualdo Cattaneo Enrico Valentini, di Castel Ritaldi Elisa Sabbatini, di Giano Manuel Petruccioli, insieme all’ex primo cittadino di Nocera Umbra Giovanni Bontempi e al vicesindaco di Norcia Giuliano Boccanera. Tutti condannati a risarcire il danno erariale subito dalla società Valle umbra servizi spa «in seguito all'illegittima revoca dei componenti del consiglio di amministrazione».

I fatti risalgono al 2019 quando il collegio sindacale della Vus ha trasmesso alla procura della Corte dei conti gli atti relativi alla revoca per valutare «gli eventuali profili di responsabilità amministrativa». Dal 2018, infatti, il consiglio era composto dal presidente Lamberto Dolci e dai consiglieri Daniela Riganelli e lo stesso Manuel Petruccioli, ma con le elezioni amministrative del 2019, il Comune di Foligno ha cambiato maggioranza politica e «la nuova giunta – riassumono i giudici contabili nella sentenza depositata ieri – ha ritenuto venuto meno il rapporto di fiducia tra l'amministrazione comunale e gli organi di amministrazione» delle partecipate come la Vus che «non risultano più espressione dell'indirizzo politico del Comune di Foligno».

Una rottura quindi, scrivono i giudici, motivata «dalla giunta solo con riferimento alla mutata maggioranza politica rispetto all'epoca della nomina». L'assemblea dei 22 soci della Vus, allora, nell'agosto 2019, è stata investita «della tematica da parte del sindaco di Foligno», che proprio per questa sua posizione di promotore ora deve pagare la metà del danno, oltre 20mila euro più le spese, mentre l'altra metà è divisa in parti uguali tra gli altri sei amministratori, come richiesto dalla procura. Rispetto a quella richiesta, i giudici - che parlano di condotta dei soci «gravemente colpevole» - hanno solo deciso di non condannare il sindaco di Montefalco Luigi Titta, che si era astenuto, mentre il voto per la nomina del nuovo cda era avvenuto nonostante l'espressa contrarietà alla revoca degli altri Comuni, i cui rappresentanti erano usciti dall'aula prima della votazione. Dalla revoca di quelle nomine è nato un contenzioso civile che ha portato a un versamento di 40mila euro in favore di Dolci e Riganelli: esattamente il danno erariale – per motivi solo ed esclusivamente politici – che per la procura (con la sostituta Stefania Gambardella) era un «pericoloso precedente» da sanare.

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