PERUGIA - Quasi 46 anni di carcere totali per gli undici imputati accusati dei maltrattamenti e delle botte ai pazienti, anche disabili e con problemi psichici, dell'Alveare, la comunità di Torchiagina. Questa la pesante sentenza firmata ieri dal giudice Francesco Loschi che ha condannato tutte le persone coinvolte nell'inchiesta, a fronte di una richiesta della procura che in totale chiedeva condanne per 30 anni, anche con tre assoluzioni per insufficienza di prove.
Per quelle braccia torte dietro la schiena, per gli scappellotti e i cazzotti. E ancora, per i pazienti tirati per i capelli o le orecchie, buttati per terra e magari anche chiusi in bagno per 20 minuti, con episodi non solo raccontati ma soprattutto ripresi dalle telecamere dei carabinieri del Nas, all'epoca diretti (i fatti contestati sono del 2014-2016) dal tenente colonnello Marco Vetrulli, ecco le condanne stabilite dal giudice Loschi: sei anni per Fulvio Fraternale (gestore dell'associazione di volontariato), sei anni e mezzo per Maria Grazia Chiarello, sette anni e mezzo per Bogdan Gancean Radu, 2 anni e 2 mesi per Rosa Piscitelli, 3 anni e nove mesi per Matteo Servello, 2 anni e 9 mesi per Antonio Vasta, Eleonora Bacchi, Vito Mauro e Luisa Moschiano, 3 anni per Irene Fraternale Macrì e 5 anni e mezzo per Alessio Belardi.
Le accuse nei loro confronti, a vario titolo, andavano dalle percosse ai maltrattamenti fino alla contestazione per alcuni al sequestro di persona, per quei pazienti picchiati e mortificati da chi li avrebbe dovuti curare, tra sanitari, responsabili e operatori.
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