Disabili, il dramma delle famiglie: «Mio figlio è morto,
aspetto ancora i soldi per l'assistenza»

Disabili, il dramma delle famiglie: «Mio figlio è morto, aspetto ancora i soldi per l'assistenza»
di Luca Benedetti
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Domenica 14 Giugno 2020, 16:52 - Ultimo aggiornamento: 16:56
PERUGIA - Le storie si rincorrono, ma hanno un interrogativo comune: perché per l’assistenza dei malati gravi e difficili devono pagare le famiglie? Le storie si rincorrono e non si può fare una classifica su quelle che sono più dure e difficili.
C’è quella della mamma che ha perso il figlio dopo 11 anni di vita vegetativa. Aveva 40 anni quando si è spenta la luce: solo gli occhi per comunicare. La storia arriva dalla periferia perugina ed è planata sul tavolo di Federconsumatori. «Così ce ne sono tante- racconta il leader perugino, Alessandro Petruzzi- di famiglie che aspettano i soldi per il sollievo e non arrivano. Come quella mamma che ha visto andarsene il figlio in piena emergenza Covid-19, ucciso dalla Sindrome di Brugada (malattia cardiaca ereditaria) il giorno di Pasqua. Petruzzi racconta: «Quella famiglia ha preso l’assegno di sollievo per tre anni. Seicento euro al mese, fino a tutto il 2018. Per il 2019 nonostante le richieste non è ancora arrivato un euro. Eppure quei soldi servivano per pagare il fisioterapista. Possibile che i soldi che gli spettavano non arrivino. E badate bene: la famiglia quelli per il 2020 neanche li vuole. Bastano quelli dell’anno scorso».
Altro giro, altro dramma, altra famiglia attaccata a un congiunto che resta aggrappato alla vita. La storia balla tra Perugia e Marsciano. Sempre in un letto e qualche ora su una sedia a rotelle, c’è un uomo di 68 anni ridotto così dal 1975 per un incidente stradale. Viveva a Perugia ora a Marsciano. Ancora Petruzz:. «Lo assiste una badante e la famiglia della sorella che abita al piano di sotto. ma adesso il Comune di Marsciano ha chiesto la compartecipazione dell’assistenza che gli passa. Per tre mesi quella famiglia ha già pagato 581 euro per l’assistenza domiciliare che aveva avuto anche a Perugia. C’è una casa in usufrutto ad alzare la quota Isee. E c’è un assurdo: il Comune paga l’assistenza 19 euro l’ora e la cifra non è detraibile dalla tasse per la compartecipazione. Quando il sabato e la domenica l’assistenza di un’ora al giorno la paga la famiglia costa 11 euro l’ora e si può detrarre dalle tasse. Per stare nelle spese la famiglia ha ridotto le ore di assistenza domiciliare da 13 ore a settimana a sole otto. Siamo pronti, come Federconsumatori, a chiedere l’intervento della Regione. Vogliano un’audizione in commissione e che su queste partite anche le associazioni di volontariato e dei consumatori abbiamo voce in capitolo. Una situazione come quella della doppia tariffa, è roba da Corte dei Conti».
Federconsumatori rilancia la battaglia per l’assegno di sollievo. I soldi stanziati dalla Regione e pagati tramite i distretti delle Asl. La Regione- protesta Petruzzi dice che i soldi ci sono- ma non si capisce perché per gli anni passati abbiamo tante famiglie che ci segnalano il contrario».
Nei giorni scorsi l’assessore regionale alla Sanità, Luca Coletto, aveva spiegato: «Non c’è alcun taglio di risorse per la nuova programmazione del Prina. Le risorse del Fondo regionale - aveva specificato l’assessore Coletto - provengono in parte dal bilancio regionale e in parte da stanziamenti nazionali. La Regione per il 2021 ha stanziato 3 milioni di euro, mentre il Governo ha previsto un finanziamento di 9 milioni 785 mila 080 euro. La Giunta regionale quindi, malgrado la congiuntura delicata e aggravata dalla pandemia, per la nuova programmazione del Prina - conclude Coletto - ha mantenuto le risorse degli anni precedenti anche alla luce del fatto che la linea di finanziamento nazionale potrà contare sull’aggiunta di oltre 2 milioni di euro».
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