«Dentro le cabine della Concordia per recuperare i corpi»: il ricordo dei vigili del fuoco di Terni nella nave naufragata

«Dentro le cabine della Concordia per recuperare i corpi»: il ricordo dei vigili del fuoco di Terni nella nave naufragata
di Monica Di Lecce
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Mercoledì 12 Gennaio 2022, 05:35

“Vedere il colosso sdraiato di fianco a pochi metri dalla terra ferma è stato un colpo al cuore anche per noi che siamo preparati a operare sui luoghi delle tragedie. Mi sono subito immedesimato con il dolore e la paura che hanno provato i passeggeri quella maledetta notte”. Marco Viola è uno dei quattro vigili del fuoco di Terni che due giorni dopo il naufragio della Costa Concordia sono stati chiamati in sostegno dei colleghi di Grosseto. Insieme a lui c'erano anche l'allora caposquadra Lucio Menghini, oggi in pensione, e Marco Costantini ora caposquadra al comando di Rieti.

“Avevo visto le foto della nave ma, chissà perché, mi ero convinto che fosse girata verso la Corsica – racconta Lucio Menghini - quando invece siamo arrivati, ci siamo trovati di fronte questo gigante che era piegato di qua. E' stato impressionate”. Non era una squadra qualunque quella chiamata da Terni ad aiutare i soccorritori. “C'era bisogno – spiega Menghini – di una squadra S.a.f., speleo-alpino-fluviale, e siamo partiti noi”. Sono passati dieci anni ma i ricordi sono vivi come fosse ieri. “Siamo arrivati il pomeriggio del 15 gennaio – continua Lucio Menghini – In precedenza avevo prestato servizio quattro anni in Toscana e in questa circostanza ho incontrato vecchi colleghi”. Il piacere di ritrovarsi è stato intenso ma di breve durata: bisognava salire sulla nave. “Il collega che aveva il coordinamento delle operazioni ha organizzato tre squadre - racconta ancora Menghini – noi eravamo sulla terza, partita per ultima. Il nostro compito era quello di recuperare il corpo senza vita di una persona che era già stato individuato”.

“Era buio e faceva freddo – ricorda Marco Viola – per questo non potevamo prolungare il nostro intervento più di tanto. Considerando che la nave era sdraiata su un fianco, i colleghi avevano predisposto un sistema di corde per consentirci gli spostamenti”. “Salire sulla Costa Concordia è stato di per sé impegnativo – aggiunge Lucio Menghini – con le corde abbiamo scalato il fianco dalla nave fino a raggiungere il piano che era a filo d'acqua per poi spostarci verso le cabine, nel punto in cui si trovava il corpo da recuperare. Era tutto paradossale perché la nave era capovolta e quindi camminavamo sulle pareti”. “Siamo andati a controllare tutte le cabine che si trovavano nel livello fuori dall'acqua - aggiunge Marco Viola – fino a raggiungere il corpo senza vita che ci era stato segnalato”.

Proprio mentre erano in corso le operazioni di recupero è accaduto qualcosa di inaspettato. “I colleghi ci avevano raccomandato di prestare attenzione nel caso in cui la sirena avesse suonato tre volte – ricorda Viola - sul momento ci abbiamo anche ironizzato ma più tardi quella sirena ha suonato sul serio”. “La nave si era mossa e dovevamo abbandonarla in fretta – spiega Lucio Menghini – ma non era semplice proprio perché stavamo operando in quelle particolari condizioni”.

“Ci ha recuperato un elicottero in due viaggi – continua Viola – io erano nel primo. Solo una volta sopra l'elicottero ho visto che il caposquadra Menghini era risalito anche lui sulla china della nave e ho tirato un sospiro di sollievo. L'elicottero non è atterrato, ma a pochi metri dal suolo siamo saltati giù”. “E' stata come la scena di un film americano” dice Menghini. Viola è tornato all'Isola del Giglio qualche giorno dopo per aiutare i colleghi a fare una sorta di mappatura al computer delle attività di recupero e soccorso che venivano svolte sott'acqua. “Ogni intervento ha il suo impatto emotivo – dice Menghini – di certo l'esperienza al Giglio è una di quelle che porterò sempre nel cuore. Tragedie di quel tipo non devono più accadere”. “Noi andiamo dove gli altri fuggono, come recita il nostro motto – aggiunge Viola – ogni intervento, anche il più comune, è diverso dall'altro e ha il suo impatto emotivo. Di certo quella sulla Costa Concordia è una di quelle esperienze che ti segnano per sempre”. 
 

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