Davide morto, le indagini vanno avanti:
si cercano altre ossa

Davide Barbieri
di Vincenzo Carducci
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Lunedì 15 Luglio 2019, 20:29 - Ultimo aggiornamento: 17 Luglio, 08:43
ORVIETO La procura di Terni indaga sulla morte di Davide Barbieri, trovati altri resti del giovane scomparso il 27 luglio 2008 nelle campagne di Orvieto. Undici anni dopo l'ultimo avvistamento del ragazzo, allora 27enne, forze dell'ordine e volontari della Protezione civile sono tornati nella zona a ridosso di Morrano per cercare altre tracce utili a capire come e quando Davide sia morto. Insufficienti, infatti, i resti del cranio trovato due anni fa e soltanto lo scorso aprile attribuiti al giovane originario di Trapani e residente a Lanuvio dopo la comparazione con il Dna della madre Laura presente ieri alla battuta. Un'operazione voluta dal sostituto procuratore Marco Stramaglia che ha aperto un fascicolo contro ignoti per cercare di fare chiarezza sulla vicenda ed accertare eventuali responsabilità. Nell'ambito dell'inchiesta, per ricostruire gli ultimi spostamenti del giovane, sarebbero stati sentiti anche gli operatori della comunità dalla quale era fuggito quella domenica mattina. Dalle 6 alle 13.30 di ieri 35 persone tra carabinieri, polizia, vigili del fuoco di Terni e Orvieto, tra cui due motosoccorritori, volontari della funzione associata della Prociv di Orvieto hanno battuto un'area di oltre 10 ettari circoscritta tra l'ultimo avvistamento, nelle vicinanze del cimitero di Morrano, e il ritrovamento dei primi resti, nei pressi della vasca di espansione del fiume Chiani. Con loro, oltre al pm, anche il consulente della famiglia, il criminologo-antropologo Fabrizio Pace. Alla fine sono stati trovati un altro piccolo frammento osseo e una scarpa che ora saranno analizzati per capire se appartengano a Davide. L'attenzione ora si sposta su chi per primo ha trovato il resto del cranio del Davide e anziché segnalarne la presenza lo ha appoggiato su un ramo dove poi è stato notato dagli operatori del Soccorso alpino e segnalato ai carabinieri. «Lo invitiamo a farsi vivo anche anonimamente - dice Laura Barbieri - perché sapere il punto esatto dove è stato trovato consentirebbe di concentrarsi sul terreno per trovare indizi utili».
 
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