Da centro di ricerca a residenza
Ex Milizia, persi 200 posti di lavoro

Da centro di ricerca a residenza Ex Milizia, persi 200 posti di lavoro
di Umberto Giangiuli
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Giovedì 6 Gennaio 2022, 17:04

Da centro di ricerca per guarire la sclerosi laterale amiofrofica, meglio conosciuta come Sla,  a residenza per i familiari dei malati oncologici ricoverati all’ospedale di Terni. Almeno questa la proposta dell’assessore regionale Enrico Melasecche. Resta comunque triste ed anche un grossa perdita della città il declino dell’ex Milizia di Campomicciolo, una struttura che nel corso degli anni si è “mangiato” qualcosa come circa 15 milioni di euro per i diversi interventi di continua ristrutturazione. Lì, non si farà più ricerca, anche se nel piano terra  delle struttura sono rimaste cappe e postazioni di laboratorio. Nella parte del seminterrato, invece, tutte quelle attrezzature necessarie per gli esperimenti sulla cavie. «La Fondazione delle cellule staminali non esiste più. Abbiamo chiuso nel 2019- spiega l’ormai ex presidente delle Fondazione Alessandro Sanguinetti. A tirar fuori i soldi per la ricerca era rimasta soltanto la fondazione Carit che, dopo anni di contributi, non ha più creduto opportuno investire altri soldi in quella struttura». E’ rimasta La Cell Factoriy tuttora opera all’interno dell’ospedale di Terni ed è stata autorizzata già nel 2010 dall’Aifa (Agenzia italiana del farmaco). Secondo i sostenitori del progetto di ricerca della Sla, a pieno regime i laboratori dell’ex Milizia avrebbe avuto bisogno di circa 200 persone tra laureati e tecnici, con una importante ricaduta sul tessuto economico della città. Il progetto di ricerca, invece, è nato nel 2006 con una sinergia di soggetti che hanno visto come capofila il  comune di Terni, la stessa Fondazione Carit, l’allora  vescovo di Terni, Narni e Amelia Vincenzo Paglia, Giuseppe Flamini ex presidente della Camera di commercio di Terni e Maurizio Pocchiari all’epoca vice presidente dell’istituro superiore di sanità, oltre, ovviamente il creatore del progetto professor Angelo Luigi Vescovi. Tuttora la Cell factory  produce cellule staminali neurali fetali umane derivate da aborti spontanei destinate allo sviluppo di trials clinici per il trattamento di malattie neurodegenerative, con particolare attenzione alla sclerosi laterale amiotrofica (SlA) e alla sclerosi multipla (SM) ed applicazioni nel campo delle lesioni spinali (Ls). I primi pazienti su cui si sperimentò la tecnica Vescovi vennero trattati presso l’ospedale di Terni, con la sperimentazione che arrivò alla fase 2, sempre autorizzata dall’Aifa. In quell’edificio ad un tiro di fucile dal Santa Maria, la giunta regionale ha deliberato 5 milioni di euro da destinare alla ristrutturazione, ormai, dell’ex centro di ricerca sollevando diverse prese di posizione da parte dei partiti politici di minoranza della Regione, in primis il movimento Cinque Stelle.

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