Crociera con il covid: Ternani bloccati a Dubai in una "vacanza" da incubo

Crociera con il covid: Ternani bloccati a Dubai in una "vacanza" da incubo
di Nicoletta Gigli
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Lunedì 3 Gennaio 2022, 21:03

TERNI - “La situazione non è chiara. Non  sappiamo quanto dovremo rimanere qui e cosa serve per poter tornare a casa. L’unica certezza è che questo incubo è una violazione dei diritti umani che finirà con una denuncia”.

Federico Lupattelli e sua moglie Valentina Fogliano, ternani, sono al quinto giorno di “reclusione” forzata a Dubai, in una cabina della nave-hotel dove sono stati trasferiti dopo la positività di entrambi al covid. Non avrebbero mai immaginato che quella vacanza in crociera insieme ad una coppia di amici ternani, Simon Guidi e Giulia Tiezzi, partita il 25 dicembre da Dubai, si sarebbe trasformata in un incubo.

“I primi due giorni dopo il tampone positivo mio e di mia moglie siamo stati sistemati in una cabina col balcone e tutto sembrava abbastanza tranquillo ma il peggio doveva ancora venire. Il 31 - racconta Federico - ci comunicano che ci avrebbero trasferito in un’altra nave attrezzata per i pazienti covid. Ci hanno lasciato fino a tarda sera senza effetti personali, abbiamo dovuto pagare un taxi per raggiungere la “Queen Elizabeth 2”. Siamo entrati liberamente nella nave, passando accanto a gente che era negativa al covid e che era pronta per festeggiare il capodanno”.

La coppia ternana viene “sistemata” in quello che Federico definisce “un tugurio senza finestre dal quale ci consentivaNo di uscire 15 minuti la mattina e 15 la sera”.

E viene impedito loro pure di usare il telefonino per chiamare i genitori e tranquillizzarli.

“Siamo rimasti senza mangiare per ore e ore - racconta il giovane ternano - e la cena è arrivata solo alle una e mezza di notte del primo dell’anno. Qui è complicato anche farsi capire perché quasi nessuno parla inglese. Abbiamo chiesto un farmaco per Valentina, che è sintomatica, e ancora non ce l’hanno portato. In tutto questo dobbiamo pagare anche la lavanderia e l’acqua frizzante”.

Una coppia lasciata in balia di se stessa. Che non riesce neppure a reperire il certificato che attesta la positività al coronavirus: “Siamo stati letteralmente scaricati al porto e messi su un taxi, consapevoli del fatto che nessuno aveva intenzione di preoccuparsi per noi”.

Da Terni i genitori di Federico e Valentina si sono attivati: “Hanno contattato la Farnesina ma la risposta è stata che ci sono tantissime richieste analoghe alla nostra e che non sa più dove mettersi le mani”. Inutile anche il tentativo di chiedere lumi all’ambasciata italiana a Dubai.

“Nel momento in cui finalmente potremo tornare a casa faremo una dettagliata denuncia. Io - dice Federico - le carte le ho già preparate”.

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