Sanitari no vax, partite altre 30 sospensioni. Ora sono settanta senza stipendio

Sanitari no vax, partite altre 30 sospensioni. Ora sono settanta senza stipendio
di Fabio Nucci
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Giovedì 19 Agosto 2021, 08:15 - Ultimo aggiornamento: 08:16

PERUGIA Si allarga il numero degli addetti della sanità sospesi in quanto non vaccinati. Dopo le 40 lettere inviate nei giorni scorsi, altre 30 comunicazioni sono in partenza oggi dal dipartimento Igiene e sanità pubblica della Usl Umbria 1, verso altrettanti medici, infermieri od operatori socio-sanitari no vax. Misure che si aggiungono alle 8 varate nei giorni scorsi dalla Usl Umbria 2. Sullo sfondo ci sarebbero circa 3mila addetti sanitari no-vax e le cui posizioni sono tutt’ora al vaglio delle aziende sanitarie.
Si tratta di un atto dovuto da parte della direzione aziendale. «Stiamo agendo nel rispetto del Decreto legge 44/2021 – spiega Luigi Sicilia, dirigente responsabile del dipartimento di Igiene e sanità pubblica della Usl Umbria 1 – con un intervento che ha una doppia valenza. Da una parte, agiamo come organo di vigilanza sulla vaccinazione, svolta dal dipartimento di Prevenzione e che interessa tutti i lavoratori della sanità». Una volta esperito questo aspetto normativo, informare i singoli soggetti dell’obbligo vaccinale, lo stesso Dipartimento comunica l’elenco dei lavoratori che non hanno aderito. «Questo viene fatto anche a noi come Usl», aggiunge il dottor Sicilia. «Nel momento in cui arriva questo tipo di comunicazione, comunichiamo ai rispettivi dirigenti l’opportunità di occupare tali addetti in altre mansioni, di tipo non assistenziale o che non richiedono un contatto stretto con gli assistiti». Se questa strada si rivela non percorribile, si procede con la sospensione come prevede il comma 9 dell’articolo 4 del Decreto 44. «Misura che per ora si protrae fino al 31 dicembre o fino al momento in cui l’addetto in questione non decida di vaccinarsi», spiega Luigi Sicilia. «Come dipartimento Igiene e sanità pubblica, dal 12 agosto abbiamo inviato 40 comunicazioni e domani (oggi, ndr) sono in partenza altre 30 sospensioni. Altre ancora sono in corso di valutazione da parte del dipartimento di Prevenzione». Struttura che contestualmente comunica la decisione anche agli ordini professionali cui fanno capo tutte le professioni sanitarie, fatta eccezione per gli Operatori socio-sanitari (Oss). Solo in determinati casi, vengono tirate in ballo eventuali ferie arretrate, soluzione ponte auspicata anche dai sindacati. «Tale ipotesi non è prevista dalla normativa e la stiamo applicando solo per prenderci un po’ di tempo per verificare l’opportunità di inserire il lavoratore a rischio sospensione in un’altra mansione/attività. Aspetto che comporta anche una riduzione della retribuzione per il lavoratore, come previsto dalla normativa che nel caso di riposizionamento impone uno stipendio equiparato alla mansione ricoperta. Questo a differenza di quanto avviene nei casi in cui contrattualmente la persona deve essere adibita ad altra mansione, anche inferiore».
L’azienda sanitaria si muove quindi lungo un binario delineato non solo dall’emergenza Covid. «La nostra azione è subordinata alla fine del percorso avviato dal dipartimento di Prevenzione che applica la parte di vigilanza in tema di vaccinazioni mentre a noi spetta la parte a capo del datore di lavoro», spiega Sicilia. «Come azienda sanitaria abbiamo il mandato fondamentale della tutela della salute dei pazienti e delle persone che vengono nelle nostre strutture, ma ai sensi del Decreto legislativo 81/2008 abbiamo anche l’obbligo di tutelare la salute dei lavoratori, di quelli che non si vogliono vaccinare e di quelli vaccinati che nei no-vax vedono un rischio di contagio». Così facendo l’azienda si premunisce anche contro eventuali cause per Covid. «L’Inail ha chiarito che per i sanitari che si contagiano c’è la presunzione di nesso di causalità e, quindi, la responsabilità del datore di lavoro che potrebbe essere tacciato di non aver messo in atto tutte le norme di sicurezza, compresa la vaccinazione, e venire denunciato per lesioni colpose o, nei casi più gravi, per omicidio colposo».
Sono invece otto le sospensioni che nei giorni scorsi ha disposto la Usl Umbria 2 anche se come chiarito dal direttore Piero Carsili in un’intervista a Umbria Tv, uno degli addetti, sospeso venerdì, il giorno successivo si è sottoposto a vaccinazione e la misura è stata quindi revocata. «L’elenco che stiamo valutando – spiega Carsili – è molto lungo, non trattandosi solo di dipendenti della Usl Umbria 2, ma di tutti gli operatori che risiedono nel territorio di riferimento dell’azienda sanitaria».

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