Scuola, la polemica: «Noi, prigionieri della burocrazia e delle circolari»

Scuola, la polemica: «Noi, prigionieri della burocrazia e delle circolari»
di Remo Gasperini
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Mercoledì 19 Gennaio 2022, 08:09 - Ultimo aggiornamento: 08:15

PERUGIA Gli ultimi dati su contagi e quarantene a scuola illustrano una situazione sempre più critica non tanto sul piano sanitario quanto su quello didattico-organizzativo. 
La richiesta che avevano avanzato i settanta presidi umbri, insieme a 2mila di tutta Italia, per posticipare il rientro in presenza di due settimane, trova appunto una sua ragione in quello che sta succedendo adesso. E siccome sono i Dirigenti Scolastici il front office della situazione, loro sanno come stanno esattamente le cose. «Il nostro ministro della Istruzione Bianchi, – dice Mariella Marinangeli che in varie occasione ha fatto da portavoce dei colleghi che quotidianamente si consultano nelle chat di categoria - ha commentato positivamente il rientro riferendosi a dati ovviamente tranquillizzanti perché relativi ai primi quattro giorni effettivi di scuola. Chiaro che essendo rimasti a casa i ragazzi che si erano contagiati durante le vacanze tutto è risultato tranquillo. Adesso invece impazza la Dad… «Non più e non solo la Dad. Con tutte queste differenziazioni adesso siamo alla didattica mista con grande difficoltà degli insegnanti chiamati a gestire contemporaneamente presenza e distanza. Mi diceva ieri un docente: “preside, mi sto rendendo conto che per stare dietro agli studenti che seguono da casa guardo sempre il computer e non vedo quelli in classe…” Ecco questa è la scuola in presenza lo avevamo detto che sarebbe finita così». Entriamo nel dettaglio. Quali sono i punti critici di questa situazione? «Parlo di cose che capitano a me ma posso assicurare che succedono in tutte le scuole. Alle 8 di lunedì mattina in una classe avevo un positivo così ho fatto la circolare che prevede il “tutti restano in classe con l’auto sorveglianza e mascherine Ffp2”. Alle 10 telefona una famiglia e scopro che i positivi sono 2 quindi ho dovuto annullare la prima circolare per dare le relative nuove disposizioni: restano in classe con la Ffp2 i vaccinati completi e quelli con la secondo dose ricevuta da meno di 120 giorni; a casa vanno i non vaccinati e quelli che hanno fatto la secondo dose da più di 120 giorni. I ragazzi hanno comunque deciso di uscire tutti per andare a fare il tampone a tempo 0 e dal controllo sono venuti fuori un terzo e un quarto caso, così ho dovuto annullare nuovamente l’ultima circolare e farne una terza con la quale ho disposto, secondo protocollo, il tutta la classe in quarantena. Dico io, ma si può fare una cosa del genere? E, visto che la probabilità che ciò accada in più classi è ogni giorno più alta, lascio immaginare in quale situazione ci stiamo cacciando. E poi non è finita qui… Quale altro inghippo ci racconta? «Le misure sanitarie e quelle scolastiche non coincidono per cui, con la disposizione dei dieci giorni di didattica a distanza, può essere che dopo cinque giorni uno studente fa il tampone ed è negativo quindi può uscire dalla sua quarantena ma non può tornare a scuola perché non sono passati i dieci giorni. E c’è pure un’altra combinazione a complicare le cose. Capita che un ragazzo che ha fatto la seconda dose tre mesi fa passi da meno a più di 120 giorni dall’ultima dose nel bel mezzo di un provvedimento; dunque succede che quando c’è una quarantena di 10 giorni magari due giorni li fa in presenza e otto deve stare a casa perché ancora non ha fatto il richiamo». 

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