Contagi da fuori e più occasioni di assembramento, così il virus sta risalendo

Contagi da fuori e più occasioni di assembramento, così il virus sta risalendo
di Fabio Nucci
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Mercoledì 8 Dicembre 2021, 07:59 - Ultimo aggiornamento: 08:26

PERUGIA Una risalita della curva che gli esperti della Regione si attendevano ma che avrebbe potuto essere inferiore se molti dubbiosi e indecisi si fossero vaccinati nei mesi scorsi. Ma l’ Umbria ha dovuto fare i conti anche con la situazione esterna, con molti contagi arrivati da fuori, da territori che da oltre un mese presentano un’incidenza doppia di quella umbra. Così, nell’ultima giornata di monitoraggio, tra martedì e mercoledì mattina, ecco ancora nuove diagnosi a tre cifre, coi contagi settimanali ormai prossimi alla soglia dei 900 casi, vicini al picco dello scorso agosto. Di contro restano in fase discendente i ricoveri ordinari, mentre dopo sei giorni lunedì c’è stato un nuovo ingresso in terapia intensiva.
La risalita della curva è testimoniata da quel +50% registrato nei contagi registrati tra il 29 novembre e il 6 dicembre rispetto alla settimana precedente. Un andamento che in sette giorni ha fatto impennare la media mobile da 83 a 123 casi medi quotidiani, con l’incidenza regionale ormai prossima ai 100 casi per 100mila abitanti. Ieri, infatti, altre 141 infezioni diagnosticate a fronte di un elevato numero di tamponi, quasi 13.900, col tasso di positività all’uno per cento. «Un po’ ci aspettavamo questo andamento – osservano gli esperti della Regione – considerando che c’è un aumento a livello nazionale e che la situazione è da subito apparsa in evoluzione. Siamo rimasti una zona protetta a lungo e abbiamo retto ma non era pensabile che quella situazione durasse nel tempo». Due i fronti sui quali il virus si sta muovendo. «Ci sono contagi che arrivano anche da fuori regione: le Marche, ad esempio, da un mese presentavano un’incidenza settimanale per 100mila abitanti doppia di quella dell’ Umbria. Ma aumentano anche possibilità di assembramento, considerando la diffusione di mercatini, manifestazioni, recite di Natale». Un altro aspetto con cui fare i conti, nonostante la grande spinta della profilassi in questi giorni, riguarda la copertura vaccinale. «L’epidemia si sta diffondendo soprattutto tra non vaccinati e in particolare tra i bambini, tanto è vero che la fascia tra sei e dieci anni ha un’incidenza cinque volte superiore a quella regionale». L’aumento di casi, quindi, riguarda principalmente non vaccinabili e non vaccinati tra i quali il virus circola di più contaminando in alcuni casi anche persone vaccinate ma con effetti meno gravi. «In ospedale finiscono anche anziani vaccinati ma che spesso hanno pluri-patologie e nei quali la profilassi ha un effetto relativo». Un elemento oggettivo del trend di questo fine autunno 2021 riguarda proprio la forbice tra andamento dei contagi e bilancio dei ricoveri Covid. Tra lunedì e martedì mattina, ci sono state 3 dimissioni dall’Area medica dove ora figurano 40 posti letto occupati, e un ingresso in intensiva, reparti nei quali ora figurano 8 pazienti. «Conforta il fatto che il tasso di ospedalizzazione si mantiene su livelli bassi, più che dimezzato rispetto a un anno fa», viene fatto notare. «Il problema è che nei non vaccinati il rischio di ricovero in terapia intensiva è 22 volte più alto mentre la vaccinazione, con doppia e ora anche con terza dose, garantisce una copertura contro le forme gravi».
Il pallino torna in mano ai non vaccinati anche se nell’ultima settimana si contano circa 3.300 persone che sulla profilassi anti-Covid hanno cambiato idea, con un’adesione che in tre settimane è salita del 90%. «Ora speriamo si vaccinino più bambini possibile», osservano gli esperti della Regione. «In tale fascia la protezione serve per la comunità ma soprattutto per loro, vista la possibilità – evidenziata dalla comunità scientifica internazionale – non solo di contrarre forme gravi ma, soprattutto, di sviluppare dopo circa 15 settimane forme di long-Covid con infiammazioni diffuse, perdita dell’attenzione e altri disturbi».

Lunedì, intanto, in una sola giornata, somministrate oltre 6.500 dosi 5.700 delle quali aggiuntive o booster. Una spinta arriva anche dalle farmacie con 8.248 vaccinazioni prenotate fino al 31 dicembre nei 72 esercizi associati Federfarma, 1.294 eseguite dal primo al 7 dicembre.

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