Covid, volano i contagi Omicron, tamponi, tracciatori e ospedali, così affrontata l'emergenza in Umbria

Covid, volano i contagi Omicron, tamponi, tracciatori e ospedali, così affrontata l'emergenza in Umbria
di Fabio Nucci
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Mercoledì 29 Dicembre 2021, 08:38

PERUGIA Aspettando gli orientamenti del Cts nazionale su contagi, quarantene e vaccinati, tra positivi e contatti il virus rischia di bloccare oltre centomila persone. I numeri Covid disegnano picchi mai visti, con 2.717 contagi rilevati lunedì, giornata nella quale sono state testate oltre 10mila persone, una su quattro risultata contagiata. Degli oltre 11mila positivi, solo l’1% è ricoverato, ma i degenti ordinari continuano a salire: 104 i pazienti in area medica, con gli ospedali di Foligno e Città di Castello che da oggi aumenteranno i posti Covid. Il virus è presente ormai in tutte le città, in 23 si conta un’incidenza oltre i mille casi per 100mila abitanti (10 per mille) e il dato regionale è quasi doppio rispetto alla media nazionale.
L’attenzione è massima verso gli ospedali dove ad allentare la pressione, con positivi in crescita esponenziale e ricoveri inevitabilmente in salita, arrivano una serie di interventi. Il San Giovanni Battista di Foligno da oggi dovrebbe raddoppiare la dotazione, passando a 20 posti letto dai 10 (2 sub intensiva e 8 ordinari) attuali. Città di Castello, già in overbooking nei giorni scorsi, con 14 posti letto occupati ieri, dai dieci previsti inizialmente è passato a 16 e oggi dovrebbe arrivare a 28. Per coprire il fabbisogno di personale da oggi dovrebbero chiudere sala operatoria e chirurgia di Umbertide. «Per almeno un mese 5 unità della sala operatoria e 2 del reparto è stato trasferito via mail al reparto Covid di Città di Castello», ha rivelato l’ex sindaco Marco Locchi. «Stessa sorte alla chirurgia di Assisi e a Castiglione del Lago – aggiunge - reparti chiusi per 30 giorni mentre il personale è stato comandato fino a fine pandemia». A Perugia l’azienda ospedaliera sta valutando l’evoluzione e tra le ipotesi circolate ieri durante l’unità di crisi c’è quella di dedicare ai malati Covid il reparto di Pneumologia. I dati ieri indicavano altri 11 ricoveri nei reparti ordinari dove ora figurano 104 pazienti cui si aggiungono gli otto critici, 3 a Perugia, 5 a Terni, con un tasso di occupazione delle terapie intensive tornato sotto la soglia di guardia.
All’1% il rapporto ricoveri/attualmente positivi ma con la curva in ascesa esponenziale, il rischio di intasare le aree mediche è più che concreto. Il virus, infatti, continua a circolare indisturbato e tra i positivi figurano anche il sindaco di Città di Castello, Luca Secondi. Nella giornata di lunedì sono stati certificati 2.717 positivi, 1.696 tramite tampone processato con test antigenico: 1.475 i casi quali scoperti tra i 15.254 test eseguiti nelle farmacie, come rilevato da Federfarma Umbria. «Ieri è stata superato il milione di tamponi effettuati dallo scorso 18 gennaio: 1.007.910 con 9.886 positivi trovati». Al 10% il tasso di positività considerando anche i molecolari effettuati lunedì nella regione dove in una giornata sono state testate 10.227 persone, una su quattro (26,5%) ritrovatasi positiva. I casi attivi sono 11.091 e considerando una media di 10 contatti a testa, oltre 110mila persone rischiano di passare un San Silvestro in quarantena. Tali contagi per ora cambiano di poco il quadro dei pazienti gravi e della letalità, anche se dopo tre giorni, lunedì c’è stata un’altra vittima, a San Gemini. Il SarsCov2 nel 2021 ha in ogni caso cambiato il trend della mortalità e secondo un’elaborazione dello Spi Cgil, su dati Istat, in provincia di Perugia, in 10 mesi i morti sono aumentati del 15%. «Forte è stata l’incidenza del COVID, ma a ottobre si è vista un’inversione di tendenza», spiega il segretario provinciale Mario Bravi. «A novembre, infatti, i decessi 2021 sono stati 863 contro gli oltre 1.000 del novembre 2020».
A livello territoriale, i contagi sono diffusi ovunque e solo Preci e Monteleone di Spoleto non hanno registrato casi nell’ultima settimana. Periodo nel quale 23 comuni hanno raggiunto un’incidenza di oltre mille casi per 100mila abitanti: tra i maggiori, con Magione e Corciano, ora ci sono anche Bastia Umbra, Perugia, Marsciano e Assisi.

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