Vaccini e lotta al Covid, immunizzati in seicento

Vaccini e lotta al Covid, immunizzati in seicento
di Fabio Nucci
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Sabato 23 Gennaio 2021, 09:30 - Ultimo aggiornamento: 09:47

PERUGIA - La sfida anti-Covid passa anche attraverso la vaccinazione di prossimità che caratterizzerà la seconda fase, con almeno un punto di somministrazione ogni 40mila abitanti. Chiusa l’immunizzazione delle categorie che hanno ricevuto la prima dose dal 27 dicembre, la campagna regionale si muoverà lungo tale sentiero. «Stiamo cercando punti vaccinali per garantire le operazioni su vasta scala», annuncia il vice commissario per l’emergenza Covid, Massimo D’Angelo. L’obiettivo è farsi trovare pronti quando sarà possibile iniziare le inoculazioni, ad esempio, su farmacisti, odontoiatri, collaboratori di medici di assistenza primaria, medici con partita Iva e over 80.
Al momento, infatti, le operazioni vanno avanti a ritmo ridotto e anche ieri, stando ai dati aggiornati a metà pomeriggio, sono state effettuate 121 somministrazioni. «In considerazione della ridotta capacità di risposta legata a un calo dei numeri di dosi che arriveranno – spiega D’Angelo – non possiamo procedere alla vaccinazione di altre categorie. Almeno fin quando la struttura commissariale centrale non darà il via alla nuova pianificazione con relativa ripartizione su scala nazionale». Al momento, quindi, si procede con le seconde dosi ad operatori delle aziende ospedaliere e sanitarie, ospiti di Rsa, medici di assistenza primaria e personale delle case di cura. «A quest’ultima categoria, integrata con altri operatori sanitari e ospiti di residenze – aggiunge il vice commissario - abbiamo praticato anche il vaccino Moderna».
Al momento sono state somministrate 14.569 delle 19.025 dosi disponibili (76,6%), il 66,5% su soggetti di sesso femminile, in un caso su quattro su persone tra i 50 e i 59 anni. Sono invece 2.325 gli over 70 (quasi tutti ospiti di residenze assistite) con l’80% circa delle inoculazioni che hanno interessato personale sanitario e socio-sanitario. Si possono invece definire “vaccinati”, considerando coloro che hanno ricevuto entrambe le dosi, le persone che hanno ricevuto la prima dose nel “Vaccine day” del 27 dicembre e, a seguire, il 31 dicembre e il primo gennaio: in tutto circa 600 soggetti. «È in corso una comunicazione tra la Regione e la struttura commissariale e riteniamo che le forniture saranno garantite: è impensabile che non si possa somministrare la dose a chi ha ricevuto la prima». Nella pianificazione strategica era stato garantito un numero di dosi per 18mila soggetti, ma ad oggi ne mancano all’appello 8mila. «Questo significa che ad oggi 4mila soggetti non possono essere presi in considerazione».
Intanto, per il secondo step del piano vaccinale, la sfida si giocherà sui grandi numeri e sulla vaccinazione di prossimità. «Organizzata la rete sul territorio, solo un ulteriore approvvigionamento di dosi ci consentirà di garantire la copertura di altri target, iniettando la prima dose prevista nella seconda fase del piano nazionale».
 

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