Covid, incidenza dei casi in risalita in provincia di Terni, sotto 200 a Perugia. Occupazione terapie intensive al top

Una postazione di tamponi della Croce Rossa a Perugia
di Fabio Nucci
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Sabato 6 Marzo 2021, 08:15 - Ultimo aggiornamento: 10 Marzo, 12:07

PERUGIA - Nonostante i segnali di stabilizzazione, la regione resta “osservata speciale” nella valutazione della situazione epidemica. Non a caso da parte degli esperti della Regione è arrivato un messaggio di “estrema prudenza” rispetto alle misure con cui declinare le nuove disposizioni nazionali. I quasi 300 casi di ieri e una media mobile da una settimana ancorata intorno a 240 contagi indicano che il virus circola ancora con intensità, come dimostrano anche i 276 focolai attivi. E all’orizzonte si delinea una sorta di trade-off tra le due province coi dati di Terni in risalita da ormai due settimane.
Un quadro che nel monitoraggio settimanale della Cabina di regia viene riassunto in una classificazione del rischio “moderata ad alta probabilità di progressione” mentre la valutazione dell’impatto dell’epidemia sul sistema sanitario regionale resta “alta”. Nell’ultima settimana, di contro, non ci sono stati fattori di allerta per il sistema sanitario, unica situazione in Italia insieme alla Sardegna. Altro aspetto che testimonia di un relativo ridimensionamento dell’epidemia, i 73 focolai in meno conteggiati nell’ultima settimana ma il livello resta elevato: 276, numero mai raggiunto nella seconda ondata, esente dall’anomalia-varianti. Allo stesso modo, per la terza settimana c’è un 13% di casi potremmo dire “inediti”, ovvero non collegati a catene epidemiche note: nell’ultimo report 504, grazie alla riduzione del 17,4% dei casi certificati nei 14 giorni. La lieve ritirata del virus è confermata dalla riduzione dell’Rt, a 0,79, ai livelli di fine dicembre ma con un monte casi giornaliero ben differente.
Nell’ultima giornata sono stati certificati 295 nuovi contagi, sopra la media mobile settimanale scesa a 239, stesso livello di quattro giorni fa. Le nuove diagnosi sono state scoperte a fronte di 6.501 tamponi, 3.738 dei quali processati con test molecolare con un’incidenza del 7,9% in risalita per il terzo giorno consecutivo, mentre la media mobile da una settimana sembra essersi stabilizzata nel range 7,5-7,7%, mezzo punto sotto il dato della settimana precedente. Escludendo il “retesting”, tra il 22 e il 28 febbraio, periodo del monitoraggio nazionale, il tasso di positività dei tamponi è stato del 16,1%, dal 16,7% della settimana precedente.
Altro elemento in evidenza nel report della Cabina di regia, le ospedalizzazioni con entrambe le percentuali di occupazione dei posti letto in calo, ma oltre la soglia critica: al 55% (-1%) l’indicatore delle terapie intensive, al 52 (-4%) quello dei posti in area medica. Alle 13:30 di ieri, risultavano 431 degenti Covid ordinari (-5) e 86 in terapia intensiva (+4) con 8 ingressi giornalieri e un’occupazione salita al 61%. In frenata il dato sui decessi: ieri altri sette, due a Perugia, gli altri di pazienti residenti ad Assisi, Bastia Umbra, Bettona, Gubbio e Trevi, zone dove il virus, ad eccezione della città dei ceri, continua a circolare consistentemente. Ne consegue un tasso di letalità globale salito al 2,36% e quello mobile, calcolato con una latenza di 11 giorni, al 2,57% in lieve calo, al pari della media mobile, da tre giorni inferiore a 8.
Quanto alla situazione nei territori, sono scesi a 24 i comuni con un’incidenza cumulativa settimanale superiore a 250 casi ogni 100mila abitanti.

Il dato maggiore è quello di Parrano (1.227) ma tra le città con una maggiore circolazione di contagi la metà circa sono medio-piccole: con Foligno, Città di Castello, Bastia, Assisi e Orvieto. Mentre in provincia di Perugia tale indicatore è sceso sotto 200 (198,2), a Terni, infatti, l’incidenza è salita a 136,5, quasi raddoppiata rispetto a due settimane fa (72,5). Anche i due capoluoghi si sono scambiati posizione e con 131,2 casi ogni 100mila abitanti, la città dell’acciaio ha un dato maggiore rispetto al capoluogo di regione (117,4) dove la diffusione del virus sembra tornata sotto controllo

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