Covid Umbria, prostituta positiva sparisce per giorni: paura per i suoi clienti

Covid Umbria, prostituta positiva sparisce per giorni: paura per i suoi clienti
di Claudio Bianciardi
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Lunedì 5 Ottobre 2020, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 09:34

PERUGIA - Contact tracing e screening stanno evidentemente funzionando nella battaglia contro il coronavirus. Lo dimostra il numero di tamponi giornalieri effettuati (quasi raddoppiati rispetto alla scorsa primavera, nel pieno della pandemia) che permettono di individuare la nutrita schiera di asintomatici.

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Ma cosa succede se, per un errore o un equivoco, la persona risultata positiva continua per giorni a fare la sua vita, a lavorare, a prendere i mezzi pubblici o addirittura ad andare in un ambulatorio in ospedale perché non è stato possibile contattarla? Succede, ed è successo, che una persona potenzialmente pericolosa per il propagarsi del contagio possa mettere a rischio tutti quelli con cui è entrata in stretto contatto. Succede, ed è successo, con un giovane ragazza di origini straniere costretta dalla vita a fare la prostituta, particolare che si sottolinea esclusivamente per mettere in allerta i clienti che ha incontrato nei tre giorni in cui carabinieri, polizia e ospedale l'hanno cercata inutilmente per avvisarla del risultato positivo del tampone.
I fatti risalgono a poco più di due settimane fa, quando la donna si è presentata all'ospedale Santa Maria della misericordia per fissare la data di un intervento a cui si doveva sottoporre. Come da prassi - e con tutte le cautele del caso - alla giovane è stato effettuato un tampone, ha fornito il suo numero di telefono, è stata stabilita la data dell'intervento per il successivo lunedì e lei ha lasciato l'ospedale. I risultati del test sono arrivati poco dopo: tampone positivo. Da quanto si apprende – e anche qui come da prassi – l'ospedale si è mobilitato per rintracciare la donna e avvisarla del risultato. Ma il cellulare risulta spento. Per una, due ore. Anche la mattina successiva, i tentativi vanno a vuoto: dall'altra parte della cornetta risponde sempre e solo il gestore telefonico.

A quel punto è necessario far intervenire in aiuto le forze dell'ordine. C'è chi prova a chiamarla ancora e chi manda le pattuglie a casa sua. Ma lei non si trova: telefono spento e casa vuota. Sicuramente il suo mestiere non aiuta ad avere orari regolari per la reperibilità, ma di certo fino alla domenica sera se ne perdono le tracce.
E allora che si fa? L'ospedale giustamente e con determinazione si mobilita: l'ordine è di non farle oltrepassare le porte della struttura. Si avvisa anche la vigilanza preposta a questo tipo di attività, in fondo si sa che il lunedì la donna si dovrebbe presentare in un blocco preciso e in un orario determinato. Ma l'ospedale, è noto, è praticamente una città. Diverse entrate e non è davvero possibile controllarle tutte. Tanto che a un certo punto la giovane viene avvistata, sì. Ma quando è già seduta all'interno dell'ospedale in attesa di essere chiamata per il suo turno. In mezzo ai sanitari e alle altre persone che aspettano. Lì riparte immediato il piano di contenimento, la donna viene avvisata, i dottori già sanno che è positiva, l'intervento viene effettuato in massima sicurezza e lei passa al reparto di Malattie infettive per effettuare un secondo tampone di prova. Che questa volta avrebbe dato esito negativo, ma intanto la ragazza è già nuovamente scomparsa. Il numero del suo cellulare? Si scopre che non sia proprio il suo, ma quello di un gruppo di volontari che si occupa della tutela di persone in difficoltà. Insomma, una serie di sfortunati eventi, che però hanno messo in allarme ospedale e forze dell'ordine. Tutti col pensiero alla 54enne peruviana positiva – anche lei prostituta - che la scorsa estate ha fatto impazzire mezza Italia per ricostruire i suoi spostamenti dalla Spagna alla Sicilia passando proprio per Foligno e Perugia.

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