Covid, in due anni e mezzo contagiato un umbro su tre. I più colpiti le donne e la fascia 5-19 anni. Vaccini, ventenni più fedeli dei cinquantenni

Covid, in due anni e mezzo contagiato un umbro su tre. I più colpiti le donne e la fascia 5-19 anni. Vaccini, ventenni più fedeli dei cinquantenni
di Fabio Nucci
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Venerdì 1 Luglio 2022, 08:38 - Ultimo aggiornamento: 08:51

Dall’inizio della pandemia da SarsCov2, un umbro su tre è stato contagiato, colpendo più le donne che gli uomini e, rispetto alla numerosità della popolazione, più la fascia d’età compresa tra 5 e 19 anni. A 28 mesi dal primo caso, uno studio delle epidemiologhe Carla Bietta e Chiara Primieri della Usl Umbria 1, svolto per Agenzia Umbria ricerche, traccia l’identikit del contagiato umbro, delineando gli effetti della campagna vaccinale. Intanto, l’Umbria è tornata ai vertici nazionali per posti letto ospedalieri occupati da pazienti Covid: un degente su quattro ricoverato in un reparto ordinario è positivo.
Dal 13 febbraio 2020 al 22 giugno 2022 sono 282.582 gli umbri infettati ma il virus si è propagato in modo diverso a seconda delle fasi epidemiche e delle caratteristiche della popolazione. “La diffusione dipende da fattori di natura diversa – si legge nel focus – dalle caratteristiche di contagiosità delle varianti virali, dall’esposizione dei singoli soggetti e dalle coperture vaccinali”. Protezione che al 25 giugno interessava quasi il 90% della popolazione residente vaccinabile. La retrospettiva sulle ondate epidemiche indica la maggior numerosità dei contagi a partire da fine 2021, con la diffusione della variante Omicron che, con le relative sotto-varianti, ha provocato un “repentino aumento dei casi”. «La percentuale di popolazione residente infettata arriva al 32,7 - spiegano le esperte – e circa un umbro su tre ha quindi avuto una diagnosi di positività». Il cui impatto è stato indagato anche in base al sesso e alla fascia d’età, con tre step fissati a fine 2020, fine 2021 e al 22 giugno 2022. «La positività ha avuto nei due sessi un andamento sovrapponibile, con un leggero recupero tra le donne nell’ultimo periodo», scrivono Bietta e Primieri. Al 22 giugno, infatti, il 33,4% delle donne e il 31,9% dei maschi risultava contagiato. Meno omogenee le conseguenze sulle fasce d’età. «Nei più giovani, dopo una prima fase di minore positività probabilmente dovuta agli effetti del primo lockdown e alla diversa definizione di caso (vedi asintomatici, ndr), si osserva una sempre maggior quota di popolazione interessata dall’infezione, fino ad arrivare al 52% della popolazione residente tra i 5-11enni e al 48% tra i 12-19enni». La maggior circolazione del virus negli ultimi sei mesi ha determinato un’impennata di contagi in tutte le classi, ma l’impatto si affievolisce al crescere dell’età. «Questo verosimilmente in linea con le relative coperture vaccinali», spiegano le due epidemiologhe. «Nonostante i dati non tengano conto dello stato vaccinale, indirettamente confermano l’efficacia della campagna in Umbria». Dall’analisi, infatti, emerge che gli over 60 sono stati in generale meno colpiti dall’infezione. L’analisi della vaccinazione per fascia d’età conferma la maggior quota di “no vax” nelle fasce 5-11, 40-49, 30-39 e 12-19 anni. La profilassi ha avuto più seguito tra i ventenni che tra i cinquantenni.
LA CURVA
L’Umbria è tornata fulcro dei contagi, con quasi 4mila casi in tre giorni: 1.560 tra mercoledì e giovedì mattina, con il tasso di positività dei tamponi schizzato al 34%. A fronte di una percentuale identica di test in più processati nell’ultima settimana (4.438 l’ultimo dato giornaliero), i positivi nello stesso periodo sono saliti del 60% mentre l’incidenza per 100mila abitanti, in sette giorni è passata da 557 a 893 (757 in Italia). Analogamente stanno risalendo i positivi ospedalizzati: 170 (+13) nei reparti ordinari, 5 (+4) nelle terapie intensive. Secondo il monitoraggio di Agenas, nella regione il tasso di occupazione è risalito al 24%, il dato più alto d’Italia. Trend confermato anche dal report indipendente di Gimbe che al 28 giugno rilevava un tasso del 22,1%. Per coprire tale rinnovato fabbisogno di ricoveri, la direzione Umbria Salute ha avviato un piano che prevede 6 posti letto in più a Pantalla, 12 a Foligno e 6 a Gubbio. Decisione imminente anche per i due ospedali regionali.

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