Covid Umbria, il contagio riparte: 300 positivi in poche ore. Sei medici positivi a Malattie Infettive

Covid Umbria, il contagio riparte: 300 positivi in poche ore. Sei medici positivi a Malattie Infettive
di Fabio Nucci
4 Minuti di Lettura
Giovedì 14 Gennaio 2021, 07:17 - Ultimo aggiornamento: 07:45

PERUGIA Tornano sopra 300 i contagi giornalieri e preoccupa il cluster al Santa Maria della Misericordia di Perugia dove ci sono sei sanitari positivi a Malattie Infettive. La curva dei contagi non accenna a scendere ma non mostra per ora i segnali di una possibile impennata. Almeno a guardare l’andamento medio dell’incidenza di positivi sui tamponi effettuati, il cui dato da otto giorni oscilla tra il 7,1 e il 7,8 per cento. Un aspetto al centro dell’analisi proposta dal team del docente all’Università degli studi dell’Insubria e professore aggiunto della Bocconi, Davide Tosi, esperto di big data e analisi dati. «La situazione non è drammatica ma resta grave, mancando in questa seconda ondata la discesa che c’è stata durante la prima fase». Si teme ora per gli effetti delle riaperture successive al 7 gennaio, ma l’indice Rt, calcolato al 12 gennaio dallo stesso team, è in lieve discesa.
La curva umbra dei contagi sta seguendo l’andamento nazionale. «C’è stata la grossa discesa della seconda ondata arrivata al 27 dicembre – spiega il professor Tosi – e dopo una lieve risalita negli ultimi giorni c’è stata una stabilizzazione. Questo si può osservare guardando anche il rapporto percentuale tra nuovi casi giornalieri e tamponi effettuati. A livello regionale, la situazione non sembra preoccupare, aspetto confermato dalla curva degli ospedalizzati che presenta un lieve rallentamento seppur con una lieve risalita, nei giorni scorsi, delle terapie intensive». 

Zona arancione nel Lazio, cosa cambia: bar e ristoranti chiusi, no asporto dopo le 18

Zona arancione per 9 regioni, rossa per 3 (c'è la Lombardia): i nuovi limiti agli spostamenti

Terapie intensive


L’andamento, trattandosi di numeri relativamente bassi, resta altalenante e ieri pur con un nuovo ingresso giornaliero il totale dei posti letto occupati in rianimazione è sceso da 56 a 51. Il tasso di occupazione è quindi passato dal 43 al 39%, restando comunque sopra la soglia di guardia. «In questa fase – aggiunge il docente - bisogna considerare che le restrizioni in atto, col meccanismo a zone, non sono confrontabili col lockdown avuto a marzo e ad aprile che ha permesso di abbattere completamente la curva dei contagi, cosa che non è stato possibile fare nella seconda. Ora si è dovuto trovare un compromesso tra salvaguardare economia, socialità, psicologia delle persone e contenimento dell’epidemia. Il problema è che i numeri restano alti, seppur al di sotto del picco di metà novembre e dobbiamo attenderci un rialzo dei contagi legato alle riaperture post 7 gennaio». Il team coordinato dal professor Davide Tosi settimanalmente pubblica, anche tramite la pagina facebook “Predire è meglio che curare”, l’indice Rt calcolato col metodo Time-Dependent. «L’ultimo valore, aggiornato al 12 gennaio, è pari a 0,99, appena sotto il valore soglia 1 che indica un’espansione del contagio. Per il calcolo, usiamo i dati ufficiali della Protezione civile su tutta la serie storica, elaborati con un motore di calcolo implementato da noi, utilizzando uno dei metodi noti, diverso da quello usato dall’Iss. L’ultimo rilevamento del 6 gennaio per l’Umbria era 1,22 quindi, come a livello nazionale, c’è stato un calo. Questo dice che c’è stata una contrazione del contagio e grazie alle misure restrittive adottate».
Gli altri numeri giornalieri del SarsCov2 indicano 307 nuovi casi a fronte di 3.753 tamponi, con un’incidenza dell’8,2%: cambia di poco tuttavia il dato “normalizzato” sui sette giorni.

C’è una lieve frenata nei decessi, con 4 vittime (media settimanale a 4,7) di pazienti residenti a Calvi dell’Umbria, Città di Castello, Costacciaro e Terni. Per i sei casi a Malattie Infettive il dg dell’Azienda ospedaliera di Perugia, Marcello Giannico, spiega che si tratta di operatori che si sono contagiati fuori dalla struttura e arrivano dopo i casi a Neurochirurgia e Medicina Interna. Il personale dell’ospedale effettua una volta a settimana il test antigenico molecolare che viene ripetuto tutti i giorni in caso di cluster in un reparto.

© RIPRODUZIONE RISERVATA