Covid, in Umbria allarme terapie intensive: si sfiora la zona gialla. La rabbia dei medici di famiglia

I medici di medicina generale di Perugia centro, ieri impegnati nel vaccine day in ambulatorio
di Egle Priolo
4 Minuti di Lettura
Lunedì 31 Gennaio 2022, 08:20 - Ultimo aggiornamento: 08:28

PERUGIA - In Umbria, diminuiscono gli attualmente positivi, ma aumentano i ricoveri anche in terapia intensiva, mentre sul fronte vaccinazioni continua l'impegno dei medici di famiglia, che ieri hanno promosso il secondo vaccine day negli ambulatori e, in una dura nota, sottolineano il «collasso delle istituzioni sanitarie».

È questo il quadro che emerge dall'ultima giornata di lotta alla pandemia in Umbria, dove – in base ai dati forniti dalla dashboard della Regione – sono scesi del 3,7 per cento gli attualmente positivi, ora 23.188, 893 in meno rispetto a sabato. Risalgono invece i ricoverati in ospedale, 216, nove in più, 11 dei quali, più tre, nelle terapie intensive, la cui saturazione dopo dieci giorni è risalita all'8,7 per cento (10% la soglia fascia gialla): sette i pazienti ricoverati in terapia intensiva nell'ultima settimana. E purtroppo si registrano altri due morti (un paziente originario di Umbertide e uno di fuori regione): la curva dei decessi resta stabile intorno ai 30 casi letali settimanali. Gennaio si sta per chiudere con più di 118 morti Covid, il dato più alto dal marzo 2021: ora il tasso di letalità mobile (sui casi settimanali) è dello 0,21%, il 30 marzo 2021 era dell'1,81%, 9 volte più alto. Sempre nell'ultimo giorno sono stati segnalati 1.619 nuovi positivi, meno dieci per cento rispetto a sabato, e 2.510 i guariti. Rispetto quindi ai contagi, secondo le elaborazioni del Messaggero sui dati di Regione Umbria e Protezione civile nazionale, la curva sembra consolidare una lenta discesa: l'incidenza settimanale è pari a 1451,1 casi per 100mila abitanti, mentre la media mobile dei contagi (sempre su base settimanale, il dato nazionale è 1.691) è pari a 1.793 diagnosi medie al giorno.
In calo del 10,5% il dato dei positivi settimanali, una discesa più lenta rispetto al dato nazionale (-17,7%) dove da alcuni giorni si registra una lieve riduzione di ricoveri e decessi. Sempre nell'ultima giornata considerata dalla dashboard regionale, sono stati analizzati 2.945 tamponi e 12.175 tamponi, con un tasso di positività sul totale pari al 10,7 per cento (12,79 sabato).
Differenze, inoltre, sull'andamento della curva dell'epidemia tra le province di Perugia e Terni: secondo infatti le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del calcolo Matteo Picone del Consiglio nazionale delle ricerche, nel Perugino si è avuto un picco seguito da diminuzione e stasi, mentre a Terni si è rilevato un picco e poi la discesa frenata.

L'IMPEGNO DEI MEDICI
«I medici di Medicina Generale umbri continuano a portare avanti una difficilissima battaglia: l’assistenza ai propri pazienti che significa avere tempo per la clinica, la prevenzione, l’incessante aumento delle cronicità legate all’invecchiamento della popolazione e le molteplici esigenze legate ad esso – scrivono in una nota dopo il secondo vaccine day in ambulatorio di ieri -.

Il tempo non basta più, siamo in campo 7 giorni su 7, 12-14 ore al giorno, caricandoci di compiti infiniti, regole burocratiche che aumentano ogni giorno, centinaia di richieste giornaliere dei cittadini che trovano solo noi come figura pronta ad ascoltarli, nella totale assenza di aiuto da parte del Governo, della Regione e delle Asl». «La lotta al virus – proseguono - ancora è lungi dal finire, molti colleghi vanno in pensione e non ce ne sono pronti a sostituirli, perché i giovani colleghi non sono disposti a farsi schiacciare da una situazione sanitaria territoriale diventata insostenibile. Però la nostra professione è bella, la più bella come sostengono molti colleghi che la esercitano anche da 40 anni, la vicinanza con il paziente, con le problematiche personali e familiari, la conoscenza minuziosa della persona, tutto questo ci spinge ancora ad andare avanti, a creare delle iniziative come quelle delle sedute vaccinali straordinarie della domenica, del 23 gennaio e del 30 gennaio 2022 presso le sedi Aft della Assistenza Primaria di Perugia, che vedono i medici di medicina generale donare il proprio tempo ancora una volta, dopo 2 anni estenuanti sia fisicamente che psicologicamente, mettendo a rischio la propria vita ogni giorno per la salute del cittadino». «La nostra speranza – è la conclusione - è che la pandemia da Covid-19 abbia smascherato e rivelato a tutti il totale collasso delle istituzioni sanitarie che non sono in grado di svolgere i compiti che sono assolutamente di loro competenza riversandoli sulla unica categoria professionale che è stata sempre presente e fattivamente attiva, il medico di medicina generale, professionista che le suddette Istituzioni vogliono relegare a semplice burocrate».

© RIPRODUZIONE RISERVATA