«Giustizia per Nikola», c'è anche un'associazione dei familiari di vittime della strada tra le parti civili

«Giustizia per Nikola», c'è anche un'associazione dei familiari di vittime della strada tra le parti civili
di Ilaria Bosi
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Mercoledì 24 Febbraio 2021, 17:59

SPOLETO - «La mia vita si è fermata a 21 anni perché tu guidavi ubriaco. Ora voglio giustizia». Sono messaggi carichi di angoscia e che puntano quanto meno a scuotere le coscienze, quelli con cui mamma Rezana cerca disperatamente di dare voce al figlio Nikola, morto nell’incidente che si è verificato quasi due anni fa sotto la galleria di Forca di Cerro. Le vele con i manifesti che ritraggono il volto puro di quel giovane timido, appassionato di calcio e di musica, campeggiano da tempo in diversi punti della città e hanno come comune denominatore un monito: «O guidi o bevi». Per l’incidente che è costato la vita a Nikola Duka, del resto, sotto accusa c’è un ragazzo di 26 anni, Alessandro Branchi. Vicino di casa della vittima, gli viene contestato l’omicidio stradale aggravato: nel suo sangue, quando i rottami delle due auto ancora fumavano sotto la galleria e per Nikola non c’era più nulla da fare, è stato rilevato un tasso alcolemico pari a 1.72 g/l (quando il limite fissato dalla legge è di 0,5 g/l). Una morte, quella di Nikola, che ha causato un dolore devastante e senza fine ai familiari e agli amici, ma dalla quale è germogliata un’importante campagna di sensibilizzazione, per evitare che i giovani si mettano alla guida dopo aver bevuto.

Una campagna cui hanno aderito anche numerose attività ed esercizi commerciali del territorio. A testimonianza della battaglia di civiltà e giustizia intrapresa, nell’udienza preliminare di ieri c’è stata la costituzione di parte civile di un’associazione di familiari delle vittime della strada. Insieme a loro, hanno chiesto e ottenuto dal gup Federica Fortunati l’ammissione nel processo come parti civili la mamma, il papà, i fratelli, i nonni e gli zii di Nikola. Il giudice ha aggiornato l’udienza al 25 maggio: in quell’occasione Branchi, difeso dall’avvocato Marco Angelini di Perugia, potrebbe scegliere un rito alternativo. La compagnia assicurativa della Volvo condotta dall’imputato, su richiesta della difesa, è stato intanto stata citata come responsabile civile. A sostenere l’accusa in aula, il sostituto procuratore Vincenzo Ferrigno, mentre a rappresentare le parti civili gli avvocati Tosti, Tizi, Bellingacci e Santarelli. Secondo la ricostruzione accusatoria, la Volvo viaggiava anche a una velocità superiore al consentito e sarebbe stato proprio il giovane sotto processo a invadere l’opposta corsa di marcia, dove stava sopraggiungendo la Lancia guidata dal povero Nikola.

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