Covid, da oggi la maxi zona rossa. Trasporti, scuole e viabilità: ecco perché scatta il blocco
Tesei: «Scelta coraggiosa anche se impopolare»

Perugia, controlli in centro della polizia municipale l'ultimo giorno di zona arancione
di Luca Benedetti
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Lunedì 8 Febbraio 2021, 08:01

PERUGIA - Oggi, fino a domenica 21, scatta la zona rossa in provincia di Perugia e in sei comuni del Ternano (Amelia, Attigliano, Calvi, San Venanzo, Lugnano in Teverina e Montegabbione). Certo, l’ordinanza firmata dalla presidente Donatella Tesei, lascia qualche riga in fondo e spiega che le misure potranno variare in meglio se la situazione lo permetterà ma nessuno si fa illusioni.
Sessantacinque comuni in zona rossa (675mila abitanti e passa) sono una botta forte. Lontano dalle previsioni legate al primo giro di chiave sulla zona arancione quando erano 31 i comuni ad alto rischio in base al rapporto degli infetti su centomila abitanti.
Così, anche dopo le indicazioni della Cabina di Regia di venerdì, la Regione, ha deciso di fare il passo in più. Spiega il direttore generale della Sanità, Claudio Dario: «L’indicazione arrivata da Ministero e Iss era chiara: in quella parte dell’Umbria non si potevano più tenere le misure riferite alla zona arancione. Così nella riunione di sabato mattina abbiamo messo a punto il piano». Ed è arrivata la scelta di bloccare tutta la provincia di Perugia e una fetta della provincia di Terni(nel Ternano il provvedimento riguarda quasi 21 mila persone, nel Perugino oltre 655mila). Ancora il dg Dario: «C’era da una parte la necessità di circoscrivere i contagi e dall’altra di tutelare le altre aree per evitare una situazione di circolazione come quella dei comuni con la più alta incidenza. Si è deciso di allargare la fascia rossa proprio per questo motivo. Pensate se avessimo fatto, giusto per fare un esempio, zona rossa Bastia e non Assisi. Con tutto quello che conseguenze in termini di scuole e spostamenti. Ecco, oltre alle evidenze scientifiche, ci hanno guidato nella scelta il fatto che per scuole, trasporti e mobilità intracomunale con i mezzi propri, era impossibile alzare barriere tra città confinanti. Così l’intervento è contenitivo nelle zone a più alto impatto e protettiva per le aree a bassa incidenza».
Il dubbio è facile. Visto che una settimana fa la Regione ha chiamato a raccolta i sindaci di 31 comuni dove la pandemia stava sfuggendo di mano, perché non passare in risso subito senza lasciare ai sindaci il cerino delle ordinanze su coprifuoco, scuole e aree rosse? «Perché-spiega il dg Dario- non avevamo tutti gli elementi che abbiamo avuto qualche giorno dopo. Ora è anche più chiara la lettura di dati e numeri delle settimane precedenti. L’incidenza del contagio in alcuni comuni è emersa dopo l’Epifania. Poi il percorso, passato anche con la scoperta della presenza delle varianti inglese e brasiliana, ha avuto un suo sviluppo che ci ha portato a chiudere il cerchio, anche dopo un incontro dedicato solo all’Umbria con la cabina di regia, sabato mattina».
Scuole, trasporti e spostamenti. Sono queste lei aree su cui si è mossa la Regione per l’ordinanza Tesei. Con una particolare attenzione alle scuole compresi nidi e materne, perché i bambini sono i più colpiti dalla variante inglese.
Dario dà la spiegazione tecnica, la presidente Donatella Tesei spiega le scelte politiche dopo la riunione di sabato pomeriggio con i 65 sindaci a cui ha spiegato la ratio di una scelta complessa. «L’Umbria-spiega la presidente- è stata colpita in simultanea da due varianti del virus, di cui una estremamente contagiosa e poco conosciuta. E che, per primi, nella sfortuna, abbiamo isolato in Italia. In questi casi sono il ministero della Salute e la Sanità regionale che indicano le misure da prendere e in quale aree geografica intervenire. Seguendo-aggiunge Tesei- il principio della massima precauzione. In questi casi chi è a capo di un governo deve avere il coraggio, la forza e la fermezza di fidarsi della scienza e prendere le misure più cautelative possibili. Anche se totalmente impopolari, a salvaguardia della salute degli umbri. Io ho fatto così».
 

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