Covid e supermercati, dalle file al gel per i carrelli alla calca alle casse: il paradosso e la rabbia

Covid e supermercati, dalle file al gel per i carrelli alla calca alle casse: il paradosso e la rabbia
di Egle Priolo
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Mercoledì 28 Aprile 2021, 11:30

PERUGIA - «Non rispettano la fila. Viene tutta la famiglia e se lo fai notare si arrabbiano e dicono che qui non vengono più». Parola di cassiera. Parola di chi, da oltre un anno, è stato sempre operativo e sempre nella linea tra le più a contatto con il rischio coronavirus.

Perché i supermercati non hanno mai chiuso e ora che anche i controlli dei carabinieri del Nas – seppur confortanti – dimostrano come il virus viaggi anche sugli scaffali, i prodotti, i carrelli e soprattutto le macchinette per il pagamento con bancomat e carte di credito, chi sta alle casse dice di essere stanco. Niente nomi, chiaramente, manca solo di perdere il lavoro o rendere meno appetibile il proprio negozio, ma i commessi dei supermercati sono stanchi. Stanchi di stare per almeno otto ore a passare gel disinfettante sulle mani a ogni pagamento in contanti o a ripulire la cassa dopo un tot di clienti. «Ma soprattutto è incredibile dover spiegare dopo un anno che le distanze vanno mantenute anche qui dentro, specialmente qui dentro», spiega la cassiera di un ipermercato perugino molto frequentato. «Le voci registrate ricordano ogni quarto d'ora che si deve stare distanziati, eppure quando i clienti arrivano alle casse vogliono arrivare primi, stanno spesso appiccicati e nonostante da dietro il nostro plexiglass chiediamo di rispettare le regole, ricordate pure da cartelli e linee sul pavimento, sempre più spesso c'è chi si arrabbia. La situazione è snervante per tutti, ma perché ci si debba accalcare alle casse come fosse la partenza della Formula uno proprio non lo capisco».
Eppure non è questa l'unica faccia della medaglia. Perché dopo la notizia dei controlli del Nas nei supermercati, con tracce del virus trovate anche nelle strutture umbre, tra scaffali, Pos e anche un reparto gastronomia, ieri è stato facile notare come la fila fosse alla postazione spray, per chi ne ha dotato il negozio, per igienizzare i carrelli. O notare chi ripuliva il proprio con i fazzoletti antibatterici prima di entrare nel supermercato. Non si pensi sia psicosi, ma piuttosto un'attenzione ulteriore per evitare i contagi. Una precauzione in più per non correre rischi e fare la spesa con meno pensieri, ricordando chiaramente pure di igienizzare e poi lavare le mani una volta a casa, dopo aver pagato, che siano contanti o carte.
Certo, dall'attenzione all'entrata alla faciloneria all'uscita non sembra esserci, effettivamente, un filo logico, quanto un nervosismo crescente che abbassa quanto meno i freni inibitori.

Ma come non è più di moda dire che «andrà tutto bene», almeno ci si prova. Partendo dai carrelli.

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