Covid e Sos giustizia: per le super udienze ora ci vuole il centro congressi

Covid e Sos giustizia: per le super udienze ora ci vuole il centro congressi
di Egle Priolo
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Venerdì 12 Giugno 2020, 13:30
PERUGIA - Tempi duri per la giustizia, tra metà dei processi rinviati anche di un anno e spazi in sicurezza che mancano.

Per la Fase 3 del tribunale penale non bastano neanche i 200 posti dell'aula magna del Capitini: ci vuole direttamente l'auditorium. La prima ipotesi, con l'interessamento della presidenza del tribunale per l'aula più grande dell'Istituto tecnico economico tecnologico raccontato da Il Messaggero due giorni fa, infatti, non sarebbe percorribile. Le norme anti-contagio, le regole per il distanziamento sociale sono troppo stringenti quando, letteralmente, non ci si può stringere. E allora la soluzione che potrebbe essere ventilata per i processi con troppe parti in causa, siano schiere di avvocati o giudici popolari, è quella di ragionare proprio sul centro congressi che negli anni ha ospitato eventi, convention e partecipatissimi incontri con leader politici. I quasi 700 posti dell'auditorium, infatti, potrebbero essere più utili per alcune udienze programmate per il mese di luglio, tra l'altro a scuola chiusa dopo gli esami di maturità.
L'esigenza del tribunale è proprio quella di assicurare spazi maggiori nei casi in cui è prevista la presenza di decine di persone nella stessa aula. Spazi che nessuna delle strutture in uso al tribunale può garantire. Compresa l'aula degli Affreschi che tutti vogliono, ma serve a poco per i giudizi in Corte d'assise in calendario, con un collegio di togati più i giudici popolari, che richiedono distanze maggiori rispetto a quelle possibili in un'aula qualsiasi dei palazzi di giustizia di Perugia. Stesso problema se arrivano, per esempio, tutti gli avvocati attesi per il caso Shalabayeva, il processo che vede questori, poliziotti e un giudice sotto accusa per l’espulsione dall’Italia di Alma e Aula Shalabayeva, moglie e figlia del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov: caso che aveva coinvolto persino l'ex ministro dell'Interno Angelino Alfano, per dire della complessità del procedimento ad alto rischio assembramenti.
E allora si va nel centro congressi che, tra l'altro, ha pure un impianto audio meglio fornito dell'aula magna. Ma anche un grosso svantaggio: il costo. Perché va bene il fair play tra enti e istituzioni, ok al periodo di emergenza che fa venire tutti incontro, ma la Provincia di Perugia – proprietaria della struttura – per quel palco e quei 700 posti chiede giustamente i soldi. Un impegno economico che potrebbe pesare parecchio sulle casse del tribunale, in una triangolazione che potrebbe finire a bussare persino a palazzo dei Priori e coinvolgere il Comune.
Al momento, comunque, queste restano ipotesi, anche se qualcosa di ufficiale – se fosse tutto confermato – potrebbe arrivare la prossima settimana, quando i responsabili degli uffici dovrebbero incontrarsi per valutare le opzioni sul tavolo, tra spazi offerti e costi richiesti.
Di sicuro, intanto, il coronavirus alla giustizia è già costato parecchio. Soprattutto in termini di fascicoli necessariamente accatastati e posticipati. Gli oltre due mesi di blocco dell'attività ordinaria, infatti, quando si contava anche il 70 per cento dei procedimenti rinviati per le norme anti-Covid, vanno a fare massa con il periodo attuale, in cui solo la metà dei casi vengono trattati, tra lunghi rinvii e difficili udienze via Teams. Un costo, dopo i tanti sacrifici fatti ogni anno per accorciare la lista dei fascicoli pendenti, che pagheranno purtroppo tutti: dai magistrati ai cancellieri, dagli avvocati alle vittime. Che pagherà il sistema giustizia, che già non stava tanto bene.
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