Covid e scuole chiuse, mamme in crisi: «Sindaco, a chi lascio i figli?». A Perugia video di Romizi per spiegare

Covid e scuole chiuse, mamme in crisi: «Sindaco, a chi lascio i figli?». A Perugia video di Romizi per spiegare
di Remo Gasperini
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Giovedì 4 Febbraio 2021, 11:00

PERUGIA -Chi le vuole aperte, chi le vuole chiuse. Chi vuole aiuto. Il momento per il mondo della scuola è molto delicato, ieri si è aggiunta Bastia tra i comuni che hanno sospeso le lezioni in presenza delle primarie e secondarie di I e II grado compreso il Polo Bonghi (aperte materne e nido), e le posizioni in campo sono talvolta contrapposte. Di certo non è lieve il peso che grava sulle spalle del personale ma soprattutto degli studenti e delle loro famiglie GLI APPELLI

«Avete chiuso le scuole e adesso siamo in grande difficoltà: signor sindaco con chi lascio il mio bambino al mattino quando io e mio marito andiamo a lavorare?» . «Ho due bambini che vanno alle elementari e quando vado al lavoro non ho i nonni a disposizione, mi dite come faccio?».

E ancora un papà: «Ho nove figli e con la Dad dalle elementari alle superiori non so come fare…». Potremmo continuare a lungo riferendo sui messaggi con richiesta di aiuto che in queste ore stanno arrivando alla segreteria del sindaco Romizi, all’Urp e ai Servizi Sociali del Comune, alle Associazioni. Mamme impiegate e operaie, single, con il marito ma magari senza genitori: ci sono di tutti i tipi tra quelle che dopo la chiusura delle scuole per due settimane ora si trovano in vera difficoltà. Ovunque è stato preso il provvedimento, ma in particolare nel capoluogo, segreteria del sindaco e ufficio Urp, Servizi sociali e centralini delle associazioni del terzo settore hanno ricevuto telefonate accorate per rappresentare i problemi.

IL MESSAGGIO

Il sindaco di Perugia Andrea Romizi ha voluto rispondere alle tante sollecitazioni arrivate a Palazzo dei Priori da “bimbe, bimbi, ragazzi e anche dalle famiglie” con un messaggio diffuso su youtube. Il sindaco, rivolgendosi soprattutto ai ragazzi, si è detto «consapevole degli effetti provocati da quello che abbiamo dovuto decidere, consapevole delle difficoltà che state affrontando da tantissimo tempo» ma ha pure ricordato che in una situazione di emergenza come questa chi ha responsabilità deve necessariamente affidarsi alla comunità scientifica e alle autorità sanitarie. Di fronte agli elementi che ci sono stati sottoposti, si è convenuto che non ci fossero altre soluzioni reali da prendere ma stiamo operando perché questo sacrificio possa concludersi il più presto possibile».

I GENITORI

Disagi diffusi, si diceva. E mentre a Perugia un gruppo di insegnanti dell'Infanzia prepara un documento per chiedere garanzie di sicurezza, un gruppo di genitori della scuola primaria di Magione ha preso l’iniziativa di organizzare una protesta collettiva dei genitori di tutti i comuni dove sono state chiuse le scuole: «Pur di fronte ad un problema che non neghiamo ma che sappiamo essere nato al di fuori della scuola - scrivono - riteniamo l’inibizione della didattica in presenza una soluzione inaccettabile per le famiglie e in definitiva per tutta la comunità scolastica, tanto da lasciar intravedere ben pochi benefici oltre l’immediato disagio. Si chiede perciò l’immediata revoca delle limitazioni e la ripresa delle lezioni in presenza».

ULTIMI DATI

Aggiornamento Test Diagnostici Rapidi effettuati nelle farmacie private umbre al 3 febbraio. Test totali effettuati 21.286 di cui 13.930 nella popolazione studentesca. I positivi sono risultati 300 di cui 99 tra i test della popolazione studentesca, 191 tra i privati, 10 tra i sierologici. Intanto la Regione sta definendo il piano tampone a tempo 0 e con due webinar istruirà tutti i referenti covid delle scuole sulle modalità di applicazione.

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