Covid, curva in lenta dicesa ma ancora più di 3mila casi

Covid, curva in lenta dicesa ma ancora più di 3mila casi
di Fabio Nucci
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Venerdì 23 Aprile 2021, 08:30 - Ultimo aggiornamento: 24 Aprile, 11:20

PERUGIA - I numeri Covid continuano a spingere l’Umbria verso la zona gialla, assetto che in tema di classificazione nazionale per l’emergenza sanitaria non è più solo un auspicio. Lo ha fatto intendere la governatrice Donatella Tesei a margine del punto Covid settimanale della Regione. «Credo che nella consueta giornata nella quale arrivano le ordinanze saremo tra le regioni in quella fascia». Pur rallentata dall’effetto delle varianti, la curva epidemica umbra prosegue la sua discesa più o meno costante. Ieri, infatti, c’è stata una lieve risalita dei casi giornalieri, 141, col dato settimanale passato da 700 a 725. Gli altri indicatori, dalle ospedalizzazioni a Rt, restano in fase di contenimento. «La curva si sta assestando e sta scendendo –evidenzia Luca Coletto, assessore regionale alla Salute - con dati buoni anche di Rt (pari a 0,77 nella media mobile settimanale, ndr) e numeri confortanti che ci dicono che il Covid si sta spegnendo anche se serve massima attenzione per la presenza delle varianti».
Gli esperti del Nucleo epidemiologico parlano di «lenta discesa» per effetto delle varianti che come indicano i sequenziamenti fatti sul territorio incidono ormai per il 96%. «Se quella inglese è più diffusiva quella brasiliana by-passa il vaccino ma senza effetti gravi», ricorda Coletto. Nell’ultima settimana, sono 38 le infezioni diagnosticate dopo la prima dose (597 i casi totali), 11 dopo il richiamo (244 in tutto). L’incidenza settimanale, intanto, al 18 aprile è scesa a 80,67, 86,9 a Perugia, 62,65 a Terni con un’ulteriore discesa negli ultimi quattro giorni: i dati provinciali sono passati, rispettivamente, a 84 e 57,3. «Nel rapporto tra Rt e incidenza cumulativa – spiega Marco Cristofori, esperto del Nucleo epidemiologico – insieme al Molise, l’Umbria è la regione messa meglio in Italia e possiamo dire che il lavoro svolto finora è stato abbastanza redditizio». Nella mappa del contagio, considerando i comuni maggiori, persistono focolai solo a Gubbio e Umbertide, dove il parametro dell’incidenza cumulativa settimanale resta sopra 200. «Non ci sono criticità a livello regionale, se non il picco di Gubbio dove andremo ad indagare per capire quello che sta succedendo», aggiuge Coletto. «Non molliamo il monitoraggio e continuiamo a monitorare attentamente anche perché abbiamo capito che col Covid non si può scherzare».
Tanto più che dopo lo “zero” di mercoledì, ieri il contatore dei decessi è salito di altri tre casi, vittime residenti a Bastia Umbra, Todi e fuori regione. «Dopo una fase discendente la curva appare più stazionaria – ha spiegato l’epidemiologa Carla Bietta – pur con qualche oscillazione legata a numeri bassi.

Un andamento che testimonia una sostanziale riduzione dell’impatto dell’epidemia sulla popolazione». Aspetto confermato dal trend dei casi attivi che ad aprile si sono ridotti di 1.617 unità. «È importante notare che ci sono ancora 3.137 soggetti positivi e questo significa che c'è ancora una circolazione del virus in un territorio che ha il primato della variante brasiliana». Anche l’analisi per età conferma un andamento discendente, coerente col trend della curva in tutte le fasce e solo gli under 18 presentano una distribuzione dei casi sopra la media regionale. Nell’ultima settimana monitorata, inoltre, casi in risalita nelle fasce 6-10 e 11-13. «Per gli over 80, invece, da marzo la curva è rimasta sempre sotto la media, a sottolineare un inizio d’impatto della vaccinazione ormai quasi completata per questa fascia di età». In discesa i ricoveri ordinari che per la prima volta dal 23 ottobre sono tornati sotto la soglia dei 200 assistiti (194) mentre è più lenta la riduzione delle terapie intensive 34 (-2) con un’occupazione del 24%.

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