Curva in calo, ma di Covid si continua a morire, otto le vittime: ecco perché

Curva in calo, ma di Covid si continua a morire, otto le vittime: ecco perché
di Fabio Nucci
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Mercoledì 9 Febbraio 2022, 07:30

PERUGIA Sembra consolidarsi la discesa della curva epidemica umbra con l’ultimo bollettino che ha restituito 1.262 nuovi positivi che portano l’incidenza settimanale a 1.109 casi per 100mila abitanti, il dato più basso dal 28 dicembre. Tale fase di contenimento tuttavia si accompagna a un ancora elevato numero di decessi, otto quelli riferiti a lunedì, e ad una risalita delle terapie intensive. Le ultime diagnosi sono emerse a fronte di circa 16mila tamponi, 2.600 dei quali molecolari che restano centrali nell’indagare il SarsCov2. Lo ribadisce Antonella Mencacci, responsabile del laboratorio di Microbiologia dell’ospedale di Perugia. «Tali test restano i più attendibili, ma gli antigenici sono utili a individuare asintomatici e paucisintomatici».
La lenta ritirata del virus è accompagnata solo in parte dalla discesa degli indicatori di gravità che, presentando valori bassi, sono statisticamente soggetti a maggiori oscillazioni. Il bollettino riferito a lunedì indica 1.262 nuovi contagi, il dato giornaliero più basso del 2022 (esclusi i giorni festivi), accompagnato da 2.333 guariti che tagliano il gruppo degli attualmente positivi di oltre mille unità: il totale dei casi attivi è quindi sceso 17.320. A tale quadro si abbina una curva dei decessi che fa fatica a piegare verso il basso e, anzi, tra domenica e lunedì (13 casi letali in due giorni) è risalita a 34 vittime settimanali, vicino al picco dei 35 registrato il 19 gennaio. Gli ultimi casi letali riguardano i comuni di Baschi, Bastia Umbra, Orvieto, San Giustino, Spoleto, Terni, Trevi e Umbertide. Tra lunedì e martedì mattina, calo record di 17 degenti nei reparti ordinari, mentre si registrano tre ingressi in terapia intensiva dove ora figurano 11 posti letto occupati (+2) con una saturazione risalita all’8,7%. Intanto, a proposito di reparti, l’assessore Luca Coletto, in Consiglio regionale, ha annunciato che da oggi all’ospedale di Assisi riaprirà una sala operatoria. «Dal 28 febbraio, inoltre, Covid permettendo, sarà ripristinata la normale attività», ha aggiunto spiegando: «Tutti gli interventi programmati più urgenti sono stati garantiti in altri ospedali». In aula, Coletto ha anche fatto il punto sulle cure Covid, ricordando che dal 10 marzo 2021 al 3 febbraio 2022 sono stati prescritti 455 trattamenti con anticorpi monoclonali.
TAMPONI E SEQUENZIAMENTO
Tornando agli ultimi contagi, 206 dei 1.262 nuovi casi, sono emersi a fronte di 2.557 tamponi processati con test molecolare, con un’incidenza “crollata” all’8%: la media mobile del tasso di positività, infatti, si attesta sopra il 20%. Un altro segnale della ritirata del virus, considerata l’attendibilità di tale attività. «Il test molecolare è quello di riferimento per individuare i positivi al Covid», ha spiegato parlando con Ansa la professoressa Mencacci. «Hanno avuto un ruolo essenziale, considerando che per molto tempo gli antigenici positivi dovevano essere confermati. Tali test quando la carica virale è molto bassa possono dare un esito falsamente negativo. Tuttavia, il test antigenico positivo, essendolo a cariche alte, identifica il paziente fortemente contagioso». I test molecolari restano dunque i più attendibile per una diagnosi puntuale. «Amplificano ciò che c’è nel campione biologico – aggiunge la direttrice della Scuola di specializzazione in Microbiologia - cioè l'RNA virale e, quindi, ha una massima sensibilità. Viceversa, l’antigenico “fotografa” ciò che c’è nel campione senza amplificarlo». I tamponi processati con test antigenico si sono tuttavia rivelati preziosi in questa quinta ondata. «Fare il test antigenico anche a bassa sensibilità molto spesso è utile per identificare persone asintomatiche o paucisintomatiche che non sanno di essere positive e contagiose». L’attività del laboratorio di Microbiologia intanto prosegue anche sul versante sequenziamento e a breve entrerà a regime. «Si tratta di vedere fino a quanti campioni possiamo fare, calcolare bene i tempi e valutare la questione del personale perché questa attività la stiamo facendo con lo stesso che lavora all’analisi dei temponi. Un ringraziamento speciale va fatto alla collega e amica Roberta Spaccapelo con cui sono stati organizzati il laboratorio, l’attività di sequenziamento e di formazione.

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