Medico di famiglia morto per Covid, i dubbi della famiglia

Medico di famiglia morto per Covid, i dubbi della famiglia
di Luca Benedetti
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Domenica 22 Novembre 2020, 11:30 - Ultimo aggiornamento: 16:04

Un urlo di disperazione. Perché la morte di un padre è un macigno insopportabile. Un urlo di dolore che può sembrare un atto di accusa. Scritto di getto, sulla pagina Facebook. Poi cancellato, ma la traccia resta e apre il dubbio su quello che possa essere successo di fronte alla gestione di un caso di Covid-19. Soprattutto sul fronte dell’emergenza. Lo sfogo è di Elisa Brando, una delle figlie di Stefano, il medico perugino morto di Covid-19 a 62 anni. Scrive ieri sabato, all’ora di pranzo, su Facebook le parole della rabbia e del dolore. Da pesare con grande attenzione. Rabbia, non accusa anche se può sembrare così. Rabbia e disperazione del post che va avanti con passaggi sulla morte di un genitiore che tolgono il fiato. Ecco i dubbi, tutti da accertare: dalla mancanza dei dispositivi personali di sicurezza forniti ai medici di base, ai tanti giorni di ritardo per ottenere un tampone nasofaringeo.
Alla richiesta respinta due volte dall’ambulanza quando già i parametri erano critici e il successivo ritardo nel trasferimento nel reparto di Rianimazione per mancanza di posti letto. Dubbi dettati dal momento di gradissimo dolore e, ovviamente, di rabbia.  Eppoi la frase finale di Bertolt Brecht: «Sventurata la terra che ha bisogno di eroi». 
Quel post, più di sette ore dopo verrà cancellato. Resta solo l’ultima frase, quella di Bertolt Brecht con la foto sorridente del papà. Prima un post dolcissimo un un video del padre che suona la chitarra.
Quell’urlo di dolore ha lasciato senza fiato una città. Come è successo per la morte del dottor Brando, stimato e apprezzato da tanti colleghi, stimato e amato dai pazienti per la grande passione con cui si dedicava a tutti loro. In questo quadro è più facile capire lo sfogo e la rabbia della figlia Elisa. 
Uno sfogo che viene raccolto da diversi colleghi del dottor Brando che raccontano delle difficoltà di avare di dispositivi di protezione individuale, di riuscire a fare i tamponi. Delle difficoltà di far arrivare in ospedale, a volte, i loro pazienti colpiti dal Covid-19.
«Il sacrificio di Stefano deve farci guardare più avanti», dice un collega che preferisce rimanere anonimo. Ecco che allora ha un altro peso anche lo sfogo di una delle figlie del medico morto per le complicazioni legate al Covid-19.
LE REAZIONI
Dolore per la morte del dottor Brando è stato espresso anche dal sindaco Andrea Romizi a nome dell’amministrazione comunale. 
«Abbiamo appreso della morte per Covid del dottor Stefano Brando, medico apprezzato e stimato nella nostra città, vittima del Coronavirus. L’amministrazione comunale è vicina alla famiglia Brando in questo difficile momento -ha detto il sindaco Andrea Romizi in una nota- e vuole rendere merito a un uomo, un medico, che non si è risparmiato nella cura dei suoi pazienti, con coraggio e con l’impegno che lo ha sempre caratterizzato nello svolgimento della sua professione. Nel farlo, -prosegue ancora la nota- rinnoviamo la vicinanza di tutta la città ai familiari del dottor Brando e il nostro grazie a lui e a tutti i medici di famiglia, ai medici ospedalieri e al personale sanitario per quanto hanno fatto e ancora fanno, per il bene della nostra comunità.

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